Val di Fiemme / Il caso

Nuovo ospedale a Masi di Cavalese: tutti sapevano del progetto già un anno fa

I disegni della struttura da realizzare ex novo giravano da molto tempo. L'email con le planimetrie inviate dal presidente della Comunità di valle, Zanon, all'allora primo cittadino di Cavalese, Welponer. Ora la segnalazione sulla vicenda arriva dal sindaco di Cavalese, Sergio Finato

di Andrea Tomasi

CAVALESE. I disegni del nuovo ospedale da realizzare ex novo a Masi di Cavalese giravano da molto tempo.

Un anno prima che il «pacchetto di project financing» venisse reso pubblico a seguito del deposito in Provincia c'era chi sapeva, chi aveva visto e analizzato il progetto, magari nella sua versione embrionale. «Sapevano ma non hanno detto nulla».

È questa la «denuncia» del sindaco di Cavalese Sergio Finato: una denuncia che, per ora, è solo una segnalazione (dovuta) di tipo amministrativo al Navip (Nucleo di analisi e valutazione degli investimenti pubblici), ma non sono esclusi sviluppi.Era il maggio 2020 e nelle casella di posta elettronica dell'allora primo cittadino di Cavalese Silvano Welponer arrivò un'email da parte di Giovanni Zanon, presidente della Comunità di valle e oggi commissario della stessa.

Nel documento, con una serie di allegati, c'era la descrizione del progetto, nelle sue linee essenziali, di ospedale: una proposta alternativa a quella della ristrutturazione dell'ospedale esistente (il famoso disegno dello studio milanese Roberto Ravegnani Morosini, per una spesa di 47 milioni).

Quella descritta nell'email inviata da Zanon a Welponer la mattina del 15 maggio 2020 è probabilmente una versione iniziale del pacchetto ospedale nuovo.

A livello pubblico prenderà forma solo nel marzo 2021 con la proposta di partenariato pubblico-privato, che vede la Mak Costruzioni a capo di una cordata di imprese (per un piano i finanza di progetto pari a 120 milioni di euro).

La notizia dell'esistenza di questo carteggio digitale è un fiammifero acceso in una polveriera politico-amministrativa-sanitaria, visto che di questo «pacchetto all inclusive» - che sulla carta (polemiche a parte) parrebbe risolvere il problema ospedale per le valli di Fiemme, Fassa e Cembra - si parla solo dalla primavera 2021. E il punto è proprio questo: i tempi.

Nell'email del 15 maggio 2020 l'allora presidente della Comunità di Valle aveva trasmesso all'allora sindaco di Cavalese un messaggio, con dettagli tecnici, circa la proposta di quello che oggi viene chiamato «Noc» (Nuovo ospedale Cavalese).

Finato fa notare che la circostanza - a cui non si è mai fatto cenno in consiglio comunale e quindi non è mai stata oggetto di discussione - è emersa nelle scorse settimane (la lettera firmata da Finato è del 19 settembre 2021).

Ed è proprio il primo cittadino oggi in carica ad evidenziare che su questa questione non c'era alcun obbligo di riservatezza «al fine di consentire a chi ci legge di effettuare le dichiarazioni che dovessero essere richieste o comunque dovessero risultare opportune».

Il messaggio inviato da Finato al Navip è chiaro: qualcuno sapeva dell'esistenza di questo progetto e quel qualcuno, che aveva un ruolo pubblico, non ha detto nulla.

Se una questione pubblica non viene portata all'attenzione del pubblico - in consiglio comunale, in Comunità di Valle e in consiglio provinciale, visto che il «Noc» sarebbe uno dei pilastri della sanità trentina - esiste un problema.

La carenza di trasparenza nell'ambito della politica sanitaria in questi anni è stata denunciata a più riprese dal consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi, che infatti mercoledì ha presentato un'interrogazione al presidente del consiglio provinciale raccontando la questione dei file ricevuti dal sindaco nel maggio 2020, «in fase di elaborazione del Project Financing, contenenti le piante del progetto definitivo della Mak».

«I file - scrive Degasperi - sarebbero stati inviati dalla Comunità di Valle con impegno di discuterne con l'allora sindaco. L'attuale sindaco avrebbe quindi poi chiesto tramite nota al Navip, lumi sulla regolarità della procedura.

Dopo le dichiarazioni del presidente della Magnifica Comunità e del sindaco di Cavalese sul ruolo del presidente della Provincia, dopo le prese di posizione dell'apparato provinciale a sostegno dell'operazione dei privati, questa ricostruzione, se confermata, sarebbe il terzo indizio a dimostrazione del fatto che lungo tutto l'iter di formazione del PPP (partenariato pubblico privato, ndr) c'è sempre stata la longa manus politica e tecnica della Provincia».

La vicenda dell'ospedale - con i documenti e le planimetrie che circolavano sugli account di posta elettronica di alcuni amministratori pubblici - assume toni cromatici opachi.

Nell'email di cui stiamo parlando non c'è alcun riferimento alla Mak Costruzione e all'Ati che propone il project financing da 120 milioni.

Il commissario Giovanni Zanon contattato ieri, conferma però che a lui le planimetrie (poi girate al sindaco) erano state inviate «dall'ingegnere Franco Detassis, in qualità di consulente di un gruppo che pensava di proporre un disegno per un ospedale nuovo».

«L’idea, visto che la situazione non era chiara, era di tenere un profilo basso», osserva Zanon, dal cui indirizzo di posta elettronica il 15 maggio 2020 è stata inviata l’email indirizzata all’allora sindaco di Cavalese Silvano Welponer.

Contattato al telefono Zanon in un primo momento dice di non ricordare di aver inviato quell’email con le planimetrie al sindaco.

«Però è vero che a inizio 2020 il presidente Fugatti ci aveva parlato di una ipotesi alternativa alla ristrutturazione. Erano cose che tutti sapevano».

In un secondo momento ci fa sapere di avere inviato l’email, ma di non ricordare chi gli aveva fornito il materiale.

«Devo controllare».

Poi ci scrive: «La mail con i disegni mi è stata mandata dall'ingegner Franco Detassis, sentito telefonicamente e qualificatosi come progettista. Si è poi fermato tutto all'inoltro al sindaco di Cavalese (presidente della Conferenza dei sindaci)».

In un’altra telefonata spiega che l’ingegnere gli aveva inviato il materiale «in qualità di consulente di un gruppo che pensava di proporre un disegno per un ospedale nuovo».

Spiega di avere inviato le planimetrie solo a Welponer, «ma ero tranquillo perché della possibilità dell’ospedale aveva parlato Fugatti».

E perché non se ne è palato pubblicamente?

«Non so cosa dire. In questa faccenda ci sono cose che non sono tutte colpa nostra. L’idea era di tenere riservatezza in attesa di chiarezza. I medici dicevano che era meglio un ospedale nuovo e con i sindaci si era daccordo di tenere un profilo basso: non si doveva prendere posizione in attesa di veder chiarire il quadro».

[nella foto, il commissario Zanon tra il presidente della Provincia, Maurizio Fugatit, e l'assessora alla salute, Stefania Segnana]

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