Per i test sierologici i tempi si allungano Oggi inizia Campitello

di Franco Gottardi

Avrà lo scopo di ricostruire a posteriori l’andamento del contagio la campagna epidemiologica con test sierologici che sta per partire nei cinque comuni maggiormente colpiti dal virus, vale a dire Vermiglio, Canazei, Campitello di Fassa, Borgo Chiese e Pieve di Bono-Prezzo. I tempi per avere un quadro della situazione saranno però più lunghi del previsto perché lo studio sarà coordinato centralmente dall’Istituto superiore di sanità che sarà in grado di elaborarlo solo tra un mese o più.

Nei giorni scorsi alla popolazione dei cinque comuni sono stati proposti dei questionari e raccolte le disponibilità a farsi fare l’analisi del sangue ma i prelievi veri e propri inizieranno solo da oggi. I primi a partire saranno gli abitanti di Campitello di Fassa, realtà che su 706 abitanti conta 40 contagiati e 3 decessi, con una percentuale di positivi sulla popolazione del 5,7%.
I prelievi verranno fatti su appuntamento, poi nei prossimi giorni si procederà anche negli altri quattro comuni. Mercoledì si inizia a Vermiglio.
Le procedure hanno ricevuto il via libera dai comitati etici dell’Istituto superiore di sanità e dell’Azienda sanitaria.

I prelievi verranno fatti su tutta la popolazione con più di dieci anni e riguarderanno circa settemila persone complessivamente. Poi tutto il materiale verrà spedito a Roma all’Istituto superiore di sanità che impiegherà non meno di quattro o cinque settimane per avere i primi risultati grezzi.

Sono invece già partite le analisi sierologiche su medici ospedalieri, pediatri e medici di medicina generale. Chi vuole sottoporsi per verificare la presenza nell’organismo di anticorpi sviluppati nei confronti del Covid 19 può prenotarsi su un apposita piattaforma e i campioni vengono recapitati al laboratorio di microbiologia dell’ospedale Santa Chiara. Nel giro di poche ore i risultati sono disponibili e se le analisi non rilevano presenza di immunoglobuline significa che il soggetto non è entrato in contatto col virus e potrà tranquillamente proseguire nella propria attività lavorativa.

Se invece viene riscontrata la presenza di immunoglobuline G o M (IgG o IgM) significa che il soggetto ha avuto un contatto col virus, recente nel caso delle IgM e meno recente nel caso delle IgG, e dovrà sottoporsi al tampone poiché in questa fase non viene dato ai test un valore di diagnosi certa. La negatività del tampone permetterà di considerare il soggetto non infettivo mentre la positività impone un periodo di isolamento; il tampone va effettuato anche nel caso di presenza di sole IgG perché esistono in letterattura casi di soggetti che anche dopo la scomparsa delle IgM sono rimasti infettivi a lungo. Trascorso il periodo di quarantena volontaria il tampone verrà rifatto e il medico potrà tornare al lavoro solo dopo due tamponi positivi consecutivi eseguiti a tre giorni di distanza l’uno dall’altro.
Nel giro di alcuni giorni dunque già si potrà avere un quadro sulla circolazione del virus nella categoria medica e raccogliere informazioni utili nell’immediato per l’operatività dei medici stessi, tenendo presente che la presenza di IgG non è comunque da intendersi come protezione dal virus e quindi non esenta dal rispetto delle norme sul distanziamento sociale e sull’uso dei dispositivi di protezione.

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