Tre «bambole» che annegano nel lago L'opera d'arte a Tesero contestata dalle donne

di Luigi «Gigi» Zoppello - No

L'arte contemporanea, qualche volta, è dura da digerire. Ad esempio a Tesero dove nel lago sotto il paese è apparsa da alcuni giorni un'opera che fa discutere: una barca mezza rovesciata e tre bambole giganti che sembrano dibattersi per non annegare.

Si tratta di una installazione dell'artista locale Piergiorgio Doliana, ma sta provocando una bufera. Su Facebook, ad esempio, fioccano i commenti negativi (e qualche insulto) soprattutto da parte delle donne. Il via l'ha dato un commento in cui una cittadina si dice «perplessa». Risposta: «Mi hanno detto di questa "opera d'arte" ma non l'ho ancora vista... Non mi sbilancio ma probabilmente sono io che sbaglio qualcosa nella definizione della parola arte... Fai bene a essere perplessa!». E poi il diluvio.

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Luisa Monsorno rincara la dose: «Ragazzi ci hanno messo pure i cartelli per segnalare l'opera d'arte, io non riuscivo a capire cosa fosse in mezzo al lago pensavo un'idrovora per pulirlo, invece una barca ribaltata con dei manichini, a me personalmente mi ha fatto pensare ad uno scherzo di cattivo gusto,sarebbe un posto fantastico se venisse valorizzato nel modo giusto, perchè la rifinitura delle casette va così a rilento? Perchè il laghetto non è stato pulito come gli altri anni? E perchè quella barca proprio là?».

Altre donne commentano: «più che perplessa...» ma anche «Schifata!» fino a Gigliola Longo che è affranta: «io ogni giorno quando esco di casa ce l'ho davanti il laghetto... vi assicuro che mi schifa ogni giorno di più». Da noi interpellata, la sindaca Elena Ceschini prende le distanze: «È vero che il laghetto è comunale, ma noi abbiamo dato solo l'autorizzazione. Un artista locale ci ha chiesto di collocare un'opera d'arte, e noi abbiamo detto sì. Poi ha fatto tutto lui, compreso trovarsi il finanziamento. Il Comune non ha nulla a che vedere».

E quindi palla all'artista: «Sì, è una mia opera d'arte, l'ho ideata e realizzata per sensibilizzare la gente sul tema degli sbarchi di profughi. Forse non è stata capita, o magari la gente non ha letto bene la bacheca esplicativa».
Doliana ringrazia innanzitutto il Comune e l'assessora alla cultura Silvia Vaia che lo ha appoggiato: «Voleva fare una inaugurazione con una conferenza stampa, ma io ho dett odi no. Quello che mi interessava era realizzare l'opera e l'ho fatto tutto a spese mie. C'è il barcone di 5 metri - spiega Doliana - che ho trovato su e-bay e mi è costato anche di spedizione. E così i manichini. Mi ha dato una mano il mio amico Alessandro Paluselli e infine i sommozzatori che hanno collocato il tutto in acqua».

Ma che senso ha ? «L'opera si chiama "Fermiamoli prima", parla dei migranti, per sensibilizzare sul dramma dei morti nel Mediterraneo» spiega Doliana. «I manichini sono bianchi, ricoperti di cellophane, mi spiace se qualcuno ci vede delle bambole. All'inizio volevo farli neri, ma non mi sembrava rispettoso per un'opera che vuole far riflettere sulla tratta dei disperati. Il mio messaggio è che queste persone cercano una nuova vita venendo qua, ma la perdono nel momento stesso in cui vengono trattati come merce. Ripeto: con questo lavoro volevo far riflettere. Ma forse non ci sono riuscito» conclude l'artista Doliana. 

L'opera rimarrà fino a fine ottobre. «Se non me la fanno togliere prima».

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