Fassa, no ai due ambiti associati decisi da Trento

di Federica Giobbe


La riunione, chiesta in via straordinaria dalla Ual, partiva in ritardo dato che già venerdì mattina si sapeva che la giunta provinciale aveva deciso gli ambiti e che in Val di Fassa questi saranno due: l'Alta Valle, composta dai comuni di Canazei, Campitello, Mazzin e Pozza; e la Bassa Valle con Vigo, Soraga e Moena. Una decisione che non è andata giù al presidente Ual Manuel Farina, che in una lettera durissima ha espresso il suo dispiacere nel vedere la valle divisa in due ambiti, tra l'altro scelti direttamente da Trento.

«Abbiamo perso un'altra occasione importante, perché il Comun General de Fascia è un'istituzione unica e dovrebbe rimanere tale. Noi della Ual vorremmo proporre di fare una delibera per poter ritrattare le decisioni prese dalla Provincia, trasformando così la gestione sociale ed amministrativa di valle in un ambito solo, coeso ed unito; mentre questa divisione non fa altro che indebolire tutti i settori della nostra comunità».

Dal canto suo, la procuradora Elena Testor ha ribadito che la scelta della gestione «è stata lasciata appositamente ai comuni», e che lei poco poteva esprimersi al posto loro su come dovevano associarsi, «per una questione di correttezza amministrativa e di rispetto verso il Consiglio dei Sindaci, che sono i portavoce dei cittadini».

Divergenze di vedute anche fra il sindaco di Canazei, Silvano Parmesani, che ha espresso il suo parere in merito dicendo che il Comun General è un'istituzione importante, ma la gestione amministrativa associata non potrebbe funzionare ora in Fassa, perché non si è pronti per una fusione ed il consigliere de Procura Riccardo Franceschetti, che invece ha fatto notare con forza che «Due ambiti ci divengono comodi per prendere decisioni autonome. Stiamo subendo supinamente da anni le decisione della Pronvincia. La Val di Fassa non è più una vacca da mungere! Ogni giorno è un saccheggio vergognoso, è ora di dire basta ed ognuno gestirà in autonomia la propria amministrazione portando in Comun General le proprie visioni e decisioni, unendole in questo ambito comunitario creato appositamente».

Dell'idea opposta Cesare Bernard della Ual che ha ribadito il principio fondamentale dell'istituzione del CGdf, ossia quello di unione, mentre qui traspare un mancato lavoro di squadra, dove invece di esser tutti uniti si è divisi. Poi Luca Guglielmi ha ribadito che «con un ambito o due ambiti non cambia nulla; siamo tutti il Comun general de Fascia, bisogna concentrarsi sul lavoro insieme».
Sulle difensive anche l'Assessore Provinciale Giuseppe Detomas che ha guardato alla decisione a livello provinciale come ad una mancata considerazione per la Val di Fassa, una sorta di penalizzazione delle minoranze linguistiche.

Dopo quasi tre ore di dibattito e polemiche una voce fuori dal coro, ha portato alla luce la soluzione: «Noi siamo la nobiltà eletta in Fassa, ma abbiamo anche una responsabilità nei confronti di chi ha lavorato per questa unità di Fassa prima di noi - ha sottolineato Leopoldo Rizzi, Vice Procurador de Fascia - e non posso dimenticare che importanti sforzi svolti negli anni da Vigo e da Pozza, quando mio padre era sindaco. La Provincia ha già approvato con sua legge lo statuto del Comun General.

È successa quindi una possibile dimenticanza, dove di fatto la giunta provinciale non si è accorta che approvando lo statuto generale aveva già creato lo strumento giuridico corretto che è lo stesso che coincide con gli ambiti».

L'osservazione di Rizzi ha subito trovato consenso all'unanimità da parte di tutto il Consiglio,. E così, alle ore 21.30, è stata scritta ed approvata da tutti una delibera che chiede proprio alla Giunta Provinciale di non deliberare sugli ambiti per la Val di Fassa, perché esiste già il Comun General de Fascia, organo approvato dalla stessa Provincia con legge provinciale n. 1/2010 (articolo 4), che assolve già al compito delle gestioni associate.

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