Rossi: «Marmolada, il Piano è una mediazione necessaria»

di Giorgia Cardini

Nessun «piacere» ai veneti, nessun «dispetto» ai fassani. Il governatore Ugo Rossi replica al consigliere provinciale della Ual, Beppe Detomas, che ieri ha bocciato la nuova versione del Piano di sviluppo della Marmolada, respingendo le critiche principali mosse al progetto.

«Prima di tutto - avverte Rossi -, consiglio un atteggiamento lungimirante: è sotto gli occhi di tutti che la nostra autonomia è sotto attacco. Dunque, anche da un punto di vista politico, dobbiamo metterci in una logica di rapporti di vicinato più positivi possibili. Cosa si fa sul versante veneto? Si dà solo la possibilità di sostituire impianti che sono un pugno in un occhio, quindi c’è un miglioramento ambientale, non un sacrificio ambientale, in una zona tra l’altro già sfruttata  per lo sci». Insomma, ai veneti non si fa alcun piacere, «e siccome parte degli interventi di sostituzione ricadranno sul nostro territorio, saremo inflessibili nel controllare che le cose siano fatte bene».

Diverso il discorso per quanto riguarda lo sviluppo della parte trentina: «La Marmolada - ricorda Rossi - ha intrinseche necessità di tutela perché è delicata, il ghiacciaio si ritira e in più abbiamo gli impegni Unesco da rispettare. Il percorso che ci ha portato a definire questo piano ha coinvolto fin dalla scorsa legislatura tutte le amministrazioni locali e la comunità di valle di allora, a cui era già stato spiegato che le previsioni avrebbero avuto una serie di limiti, tra cui quello di non arrivare a Punta Rocca. Mi rendo conto che dal punto di vista impiantistico, dello fruttamento, della funzionalità sciistica, la soluzione prospettata non è la migliore possibile, ma è frutto di una mediazione necessaria».

Una mediazione di cui secondo Rossi, dopo le elezioni di maggio che hanno ribaltato gli equilibri in valle - con la sconfitta della Ual e l’affermazione dell’Associazione Fassa - sono stati informati anche la procuradora Elena Testor, il sindaco di Canazei Silvano Parmesani e lo stesso Beppe Detomas «dicendo loro in modo chiaro che oggi non ci sono le condizioni di uno sviluppo impiantistico su parte trentina né in termini di investimenti né in termini di collegamento del Superski con la parte fassana. Tra l’altro, faccio presente che anche se collegassimo Passo Fedaia con Punta Rocca, non entreremmo nel Superski perché bisognerebbe comunque arrivare a Fedaia via strada. È chiaro che se un domani ci fossero invece condizioni tali da consentire un collegamento col resto del demanio sciabile, si potrebbe pensare di arrivare in cima. Oggi però è inutile fare previsioni di carattere urbanistico che vanno contro le necessità di tutela e non sono realizzabili in modo concreto».

Dunque, per Rossi, «il realismo vuole che si approvi intanto questo piano, che per altro non è definitivo: ora ci sono 30 giorni per le osservazioni e un percorso per l’approvazione che passa anche dalla Fondazione Unesco. Ma intanto, sulla base di questa previsione, passiamo dalle parole ai fatti anche per quanto riguarda la strada e i rifugi e apriamo una riflessione che ci porti a dire qual è la vocazione definitiva della Marmolada».

I PUNTI PRINCIPALI DEL PIANO DI INTERVENTI

Un percorso durato anni e sfociato in due documenti: un Programma di 40 pagine «degli interventi di manutenzione e razionalizzazione degli impianti e delle strutture esistenti, legati alla pratica dello sci, e degli interventi di valorizzazione ambientale e culturale, anche a fini turistici»; un Rapporto ambientale dello stesso programma, di 74 pagine. Questo è il piano approvato lunedì dalla giunta provinciale, che punta alla riqualificazione e destagionalizzazione della Marmolada.

Impianti. I progetti prevedono il rifacimento della bidonvia tra Passo Fedaia e Pian dei Fiacchi, con una cabinovia a otto posti o una seggiovia quadriposto, e un secondo tronco tra Pian dei Fiacchi e Sass Bianchet con una funivia bifune priva di sostegni e stazione terminale inserita nella roccia. Nessun ampliamento dell’area sciabile è previsto per il prolungamento fino a Sass Bianchet, ma la creazione di due ski-weg per consentire di attivare a Punta Rocca e Sass del Mul con gli sci. Proprio al fine del ricircolo degli sciatori, sulle sole piste esistenti nella parte alta del ghiacciaio, viene previsto il rifacimento dell’impianto «Sass de Mul». Viene invece smantellato l’impianto “Passo Fedaia-Sass de Mul”, con l’eliminazione dell’ulteriore arroccamento esistente da passo Fedaia. L’ammodernamento dell’impianto da passo Fedaia a Pian dei Fiacchi sarebbe funzionale all’anticipazione della stagione sciistica, prevedendo eventualmente l’innevamento programmato.

Parcheggi e spazi informativi. Il piano prevede la riorganizzazione degli spazi di sosta tra cui un parcheggio per le esigenze del Passo Fedaia a sud del piede della diga, la definizione di un percorso ciclo-pedonale ad anello lungo la strada statale, la realizzazione di un punto informativo a valle dell’incrocio per Pian Trevisan e un centro servizi nell’ex rifugio Fedaia, di proprietà dell’Enel.

Rifugi. Si conferma l’impegno della Provincia a intervenire per sostenere la riqualificazione dei sei rifugi esistenti.

Sentieri.  Un itinerario glaciologico col recupero di tracciati presenti a Pian dei Fiacchi, un itinerario storico in continuità con quello glaciologico a Pian dei Fiacconi, il raggiungimento della val Contrin da Passo Fedaia, l’anello lungo il lago Fedaia con realizzazione di un percorso botanico e una struttura per lo studio e la divulgazione del significativo patrimonio geologico della zona sono i progetti più interessanti per l’escursionismo, in grande crescita.

La tutela del ghiacciaio. per la prima volta, si prende ufficialmente in considerazione l’ipotesi di coprire parte del ghiacciaio della Marmolada (almeno gli otto ettari sciabili) con teli simili a quelli in uso in Presena e che hanno dato buoni risultati. Quanto all’attività sciistica, si propone di vietarla in estate qualora non risulti disponibile un sufficiente strato di neve residua e si verifichi affioramento del firn (lo strato più superficiale del ghiacciaio). E si valuta anche la produzione di neve artificiale in inverno per incrementare lo stato di neve naturale.

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