L'offesa ai disabili: Trentino terra di solidarietà

Il presidente del Consiglio provinciale interviene per dire la sua su un episodio che da giorni sta facendo discutere moltissimo sull'Adige.it

Anche il presidente del Consiglio provinciale interviene per dire la sua su un episodio che da giorni sta facendo discutere moltissimo sull'Adige.it. Parliamo della decisione di alcuni turisti di lasciare un noto hotel di Pozza di Fassa perché non sopportavano l'idea di doverlo condividere con un gruppo di ospiti disabili. Ecco la lettera di Bruno Dorigatti.

«Se la vicenda di Pozza di Fassa, con alcuni clienti di un hotel che hanno palesato il loro «fastidio» per la presenza di un gruppo di persone con disabilità abbandonando la struttura alberghiera e lamentandosi con la stessa per dover dividere alcuni spazi comuni con i portatori d'handicap, si risolvesse nel fatto in sè, forse si potrebbe derubricare il tutto sotto la voce: «maleducazione». In realtà però tali atteggiamenti di disagio ed intolleranza non sono più, purtroppo, episodi isolati, ma anzi testimoniano il diffondersi di una «cultura dell'egoismo» e del rifiuto di ogni diversità che ricorda ben altri tempi e ben altri regimi.

Quando una società è incapace di praticare l'arte dell'inclusione, palesa i sintomi di una intolleranza che allontana dalla civiltà e ripropone la barbarie. Nel mentre desidero testimoniare, anche a nome del Consiglio provinciale tutto, sinceri sentimenti di solidarietà e di vicinanza al gruppo di disabili oggetto di simili ed inqualificabili atteggiamenti, voglio anche esprimere un plauso all'albergatore fassano che ha voluto segnalare l'increscioso episodio, testimoniando, in tal modo, una sensibilità che è componente non secondaria della certificazione di qualità del nostro sistema turistico.

La storia del Trentino, le ragioni della sua autonomia e la cultura di questa terra si nutrono, da sempre, di quella solidarietà concreta e diffusa che rende il Trentino un luogo di accoglienza vera per tutti coloro che desiderano trovare momenti di riposo, ma anche di incontro e di reciproco dialogo con l'altro, chiunque egli sia, perché la nostra idea di umanità non conosce confini e differenze».

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