Fiemme e Fassa, in un anno sono stati investiti 105 ungulati

Nel corso della sessione forestale di venerdì scorso a Predazzo, l'ispettore Maurizio Poli ha presentato i dati relativi alla consistenza della fauna selvatica in Fiemme e Fassa ed in particolare nel territorio della riserva di Predazzo. Per quanto riguarda il capriolo, nel 2014 le assegnazioni sono state 55, gli abbattimenti 33, per il cervo, 126 le assegnazioni e 73 gli abbattimenti, per il camoscio rispettivamente 28 e 18 e per il gallo forcello 4 e 2.

Per quanto riguarda il camoscio, la zona di Predazzo è attualmente una delle più colpite dalla rogna sarcoptica, la malattia che è arrivata dalla valle di Fassa e che attualmente interessa il Lagorai, fino a Fornace. Un altro dato da non sottovalutare: l'anno scorso, in Fiemme e Fassa, sono stati 105 gli ungulati investiti sulle strade, 61 caprioli, 39 cervi, 4 mufloni (in Fassa) e una marmotta.

Un discorso a parte meritano i cosiddetti «grandi predatori», l'orso ed il lupo. Nelle valli di Fiemme e Fassa attualmente non ci sono, ha ricordato Poli, anche se ogni anno arriva qualche segnalazione della presenza di predazioni o tracce. L'unico riscontro oggettivo è legato allo scheletro di un lupo trovato due anni fa a Varena, proveniente dai Balcani. Si sono trovate anche tracce di un lupo proveniente dalla Slovenia e che, passando per il Passo Rolle, è arrivato fino a Sega di Ala, dove si è accoppiato con una lupa italiana, generando due lupacchiotti, ai quali, l'anno scorso, se ne sono aggiunti altri sette, un piccolo branco che sta creando qualche problema agli allevatori della zona.

Per quanto riguarda l'orso, ha ricordato ancora l'ispettore forestale, oggi in Trentino ci sono una cinquantina di esemplari, che vivono soprattutto nella zona occidentale della provincia, trovando nella valle dell'Adige e nel fiume uno sbarramento praticamente insormontabile verso est. Un tempo, ha ricordato Poli, gli orsi comunque c'erano anche nelle nostre valli, richiamando i 50 esemplari abbattuti (così dice la storia) tra il 1750 ed il 1810 ed il pagamento delle relative taglie. Senza dimenticare località e strutture che richiamano proprio la presenza antica di questi animali.

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