Dolomiti / Il lutto

L'ultimo abbraccio a "Mamo", l'operaio morto mentre lavorava sulla seggiovia del Padon

Parte anche una raccolta di fondi per la famiglia di Massimo Crepaz, 57 anni, mentre è in corso l'indagine sulle cause della tragedia in cui ha perso la vita una figura molto attiva nella vita sociale e sportiva di questa comunità locale nel cuore delle Dolomiti, a due passi dal confine con Trento e Bolzano

IL DRAMMA Arabba, morto sul lavoro il dipendente di una funivia

BELLUNO. Si svolgeranno oggi pomeriggio, alle 14.30, a Pieve di Livinallongo del Col di Lana (Belluno) i funerali di Massimo Crepaz, l'operaio di 57 anni morto lunedì scorso durante le operazioni di manutenzione della seggiovia verso il rifugio Padon. In occasione delle esequie l'amministrazione comunale ha proclamato il lutto cittadino. La famiglia ha autorizzato la donazione degli organi.

Sulla dinamica dell'incidente sul lavoro la magistratura ha aperto un'inchiesta. A provocare la morte sarebbero stati traumi da compressione provocati dal trascinamento del corpo contro le pulegge sulle quali scorre la linea dell'impianto a fune.

Massimo Crepaz "Mamo" per gli amici, era molto noto in zona, abitava a Livinallongo ed era dipendente della società Funivie Arabba. Era molto attivo in attività sociali e sportive, giocatore e poi allenatore nel Calcio Fodom, socio dell'Ana e fra i più impegnati nel'organizzare la grande festa alpina che si tiene sul Col di Lana.

Una grande perdita in questo bellissimo angolo delle Dolomiti, che si trova nella zona dei passi Pordoi, Campolongo e Fedaia, in un'area in cui i confini delle tre province di Belluno, Bolzano e Trento si incrociano.

“Massimo era sempre disponibile per attività in favore della collettività.  È un dramma terribile che colpisce profondamente l’intera comunità. È inaccettabile e assurdo recarsi sul luogo di lavoro al mattino, salutando i propri cari e non fare più ritorno.  Un tema, quello della sicurezza sul lavoro, che deve essere posto al centro di una profonda riflessione, proprio perché riguarda tutti noi, perché costituisce un valore irrinunciabile che è quello della vita", ha scritto, commosso, il sindaco Leandro Grones porgendo alla famiglia della vittima i sentimenti di vicinanza e cordoglio della comunità.

Per dare un segno tangibile di vicinanza alla famiglia è scattata anche una raccolta di fondi: la Cisl ha lanciato l'iniziativa chiedendo un coordinamento con le imprese, per consentire ai lavoratori di aderire tramite trattenute di ore di salario in busta paga e un contributo equivalente da partre dei datori di lavoro, da versare direttamente per la colletta.

Lo stesso sindacato, con il segretario generale Belluno-Treviso, Massimiliano Paglini, osserva a proposito dell'incidente: "Se sarà appurato che alla base della morte vi è stato un errore di comunicazione, ci domandiamo quale sia il valore della vita umana di un padre di famiglia di 57 anni che non farà più rientro a casa. Nell'era della comunicazione globale - conclude - non è accettabile che si possa morire per carenza di comunicazione tra soggetti che operano nello stesso cantiere".

IL LUOGO

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