La storia / La disavventura

Si fa male in montagna, il racconto di Alessandro Tonelli: «Il canalone, le ossa rotte e quelle zampe vicine»

Il 47enne è stato protagonista di un brutto infortunio sotto il rifugio Pernici: “Brutti momenti. Voglio dire grazie a Gianluca Galas per aver chiamato i soccorsi, Lino Lorenzi che ha sentito le mie grida e ha indicato ai Vigili del fuoco dove cercarmi, Fabrizio Galas coordinato da un capitano di rara bravura come Marco Menegatti”

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NAGO. Riesce a conservare lo spirito giusto per raccontarla, ma la sua disavventura è di quelle che lasciano il segno. Alessandro Tonelli, 47 anni, figura assai nota in quel di Nago e non solo per il suo impegno sportivo, è stato protagonista del brutto infortunio sotto il rifugio «Pernici» di cui abbiamo riferito qualche giorno fa. Ma dal suo racconto emergono altri particolari.

“Una scivolata su un ghiaccio come marmo levigato dalle continue scongelate e gelate. Costole esplose su uno sperone, alla fine mi ritrovo girato su me stesso e frenato dallo zaino "Invicta" verde di quinta superiore su un punto di prato. E qui devi raccogliere le forze per chiamare aiuto con tutta l'aria che hai. Vedere una scia bianca che ti pare la stradina che porta a Malga Grassi. Provare a scendere un po' alla volta, perché vuoi rivedere i tuoi cari. Ma dopo un po' la stradina scopri essere una lastra di giaccio che converge nel tuo canalone. E di scendere a scivolate il tuo fisico non lo sopporta più. Allora prendi atto che la tua vita a 47 anni sarebbe finita in un canalone per ipotermia: le mani fracassate, i piedi, dodici costole rotte che però sono rimaste al loro posto e non ti hanno perforato i polmoni”.

Per ripararsi Tonelli si rannicchia in una "esse" formata dalla slavina di ghiaccio ed è lì che avverte la presenza di un animale: “Sento uno zampettare canino e della neve che cade sulla mia testa, appena smossa. Non c'era vento, alzo la testa e l'animale scappa via, ma ho deciso di armarmi di bastone”. Per Tonelli era un lupo.

Alle 14.40 poi vede l'elicottero: ”Capisci che la tua vita non finirà in quel gelido canalone, che i lupi dovranno trovarsi un'altra cena”. Tanti i «grazie» per chi l'ha aiutato: “Gianluca Galas per aver chiamato i soccorsi, Lino Lorenzi che ha sentito le mie grida e ha indicato ai Vigili del fuoco dove cercarmi, Fabrizio Galas coordinato da un capitano di rara bravura come Marco Menegatti”.

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