Il lutto/Ledro

Quel patto di Achille Brigà: «Farò il sindaco, ma vado in Africa una volta l’anno»

Commozione e tanti ricordi per l’ex sindaco di Ledro morto mentre era in Tanzania al lavoro con il Gruppo Missionario. "Hai reso la Casa più bella, a Ledro e nel mondo"

LA TRAGEDIA Cade dal tetto, Achille Brigà morto in Tanzania

LEDRO. Era amato, stimato, ascoltato e seguito Achille Brigà. Lo è stato da sindaco, in quei cinque anni in cui è stato primo sindaco del Comune unico di Ledro, lo è stato in tutti questi anni da volontario e presidente del Gruppo missionario Alto Garda e Ledro. Un esempio per tanti: di dedizione, passione, pazienza, fatica, solidarietà, vera generosità. Ma anche coerenza, umana e politica.

E infatti sono davvero tanti i ricordi e gli omaggi a lui dedicati in queste ore dopo la tragica notizia della sua morte giunta dalla Tanzania, dove era ancora una volta al lavoro per il suo Gruppo Missionario e dove una caduta dal tetto di un pozzo nel villaggio di Isagalambizi, gli è costata la vita. Ricordi sentiti, sofferti, ad iniziare da quello del gruppo «Azioni per Ledro», la sua compagine politica, con alcuni tra i protagonisti anche della sua ultima campagna elettorale, quella del 2015 quando venne poi sconfitto dal sindaco attuale, Renato Girardi. «Uteshi wa mtoto ni anga la nyumba» scrivono gli amici di «Azioni», che in tanzanese significa «Le risa di un bambino sono le fondamenta di una casa». E poi: «Grazie Achille per ciò che hai fatto, con impegno e disinteresse. Ricordiamo questi stessi atteggiamenti nel tuo personalissimo accordo politico del 2010: "Faccio il sindaco, va bene, ma fatemi andare in Africa una volta all'anno". Questo confermava la tua "pasta", e ha mostrato che eri la persona giusta al posto giusto, anche a servizio di una comunità più grande, oltre i monti e gli oceani. Hai reso la Casa più bella, qui a Ledro e nel mondo. Grazie Achille».

Un ricordo personale anche da parte del sindaco Renato Girardi, che parla poi anche a nome di tutta l'amministrazione e dell'intera comunità ledrense: «Una persona che ci mancherà moltissimo. Oltre alla sua importante esperienza come primo cittadino, va detto che era tuttora presente nelle vicende amministrative e sociali del Comune: era infatti, tra le tante cose, parte del comitato gemellaggi in cui l'amministrazione crede molto. Altrettanto importante il suo impegno nella Cooperativa So.L.E. che tante iniziative condivide proprio con l'amministrazione locale. Ancora, l'impegno col gruppo missionario e una serie di altre attività che lo vedevano attivo protagonista della vita pubblica della nostra vallata.Tutto questo per raccontare che ci mancherà il suo impegno professionale e civile, ma è altrettanto e, anzi, più importante ricordare i valori umani di Achille Brigà. Lo vedevo spesso, e pochi giorni prima della sua partenza mi diceva che sarebbe andato, di nuovo, in Africa. Ogni volta mi raccontava dei vari progetti che portava avanti e ogni volta finivamo a parlare di acqua: del fatto che là è fondamentale approvvigionare i villaggi, scavare pozzi. L'acqua era il punto chiave per garantire la vita alle persone che aiutava durante i suoi viaggi umanitari. Per questo mi piace ricordarlo con un sorriso: pensare a tutte le foto in cui lo ho visto all'opera con in mano un tubo o qualche altro componente necessario a far funzionare un impianto idraulico. Mancherà a tutti, noi, soprattutto, perché era una persona buona, che si impegnava a fondo per la comunità locale e anche per quella africana».

«La morte di Achille Brigà mi ha davvero colpita e addolorata - dice il sindaco di Riva Cristina Santi - perché ne conosco bene da tanti anni la instancabile, appassionata attività in Africa. Ho un parente che a sua volta è attivo in valle di Ledro e ricordo quando tornavano, lui e gli altri che lo accompagnavano, la festa che si faceva in valle, le donazioni, i racconti della situazione in Africa e le loro iniziative. Un esempio di dedizione e altruismo che colpisce e ispira sentimenti di grande ammirazione. Di Achille Brigà conosco i figli, che per un periodo erano miei vicini di casa: a loro e a tutte le persone che gli volevano bene, che in questo caso sono tantissime, mando un forte abbraccio e l'espressione della mia più sentita vicinanza». D.P.

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