Ledro / Il lutto

È morto don Mario Sartori, amato parroco della valle, aveva novant'anni

Persona amabile e discreta: vasto cordoglio nella vallata, i funerali si terranno domani, martedì primo agosto, alle 17, nella chiesa di Lenzumo

di Elena Piva

LEDRO. Un «soffio armonico», germoglio di un'umiltà familiare sempre rispettata e raccontata alle generazioni di fedeli quale tesoro con cui comprendere il valore dell'essere una comunità. Non c'è immagine migliore dell'etimo di fisarmonica per trasmettere l'essenza di don Mario Sartori, spentosi ieri mattina nella sua amata Ledro, all'età di 90 anni.

Nessuno, in sua presenza, è mai stato relegato agli angoli: la musica, quanto la sua indole estremamente rispettosa dell'altro, hanno impregnato l'ambito pastorale, accademico, storico e sociale con gentilezza e coscienziosità tali da chiedersi chi sarà in grado d'ora in poi di fare propria la sua lealtà. Quarto di dodici figli, don Mario nacque a Lenzumo il 9 novembre 1932. Sin da bambino, mentre alternava la scuola al mestiere di capraio, sentì in sé la vocazione religiosa e, spronato da don Massimino Stoppini e don Saverio Cellana (rispettivamente curati di Enguiso e di Lenzumo) iniziò le medie presso il Seminario di Trento. Durante gli studi teologici fu segretario di monsignor Celestino Eccher, musicista, didatta e prelato che gli trasmise l'amore incondizionato per la musica.

Ordinato sacerdote a Trento il 26 giugno 1959, celebrò la prima messa il 12 luglio nel paese natale. Dal 1960 al 1961 fu cappellano a Terragnolo; dal 1961 al 1962 a Nomi; dal 1962 al 1966 a Noriglio, anno quest'ultimo in cui ricevette la nomina a parroco per Ronco Cainari nella valle del Vanoi, dove vi rimase fino al 1970. Successivamente trasferito a Vigo Lomaso fino al 1992, dal 1979 al 1992 ricoprì il ruolo di decano, divenendo poi parroco di Tiarno di Sotto e dal 1994 anche di Tiarno di Sopra.

Fu l'ultimo decano di Ledro, poiché nel 2001 venne istituita l'unità pastorale della valle con l'arrivo di don Giampietro Baldo. Collaboratore pastorale e cappellano della casa di riposo Giacomo Cis di Bezzecca, è stato sino all'ultimo accanto agli ammalati e al prossimo tagliando il traguardo dei 64 anni di sacerdozio. «Don Mario è stato una figura importante e apprezzata da tutti per la sua disponibilità e la sua riservatezza - ha detto Giorgio Zambarda a nome del gruppo Polentari di Ledro - una discrezione che non ha certo oscurato l'empatia e l'apertura mostrate alla società! Mai è mancato alle manifestazioni paesane, tanto meno alle feste dedicate agli anziani ospiti della Rsa o al patrono di Tiarno di Sotto, San Bartolomeo.

Un carattere scherzoso, dalle prediche belle e concise, non eccessive ma dritte al punto. Che dire della sua fisarmonica? Sentirlo suonare era meraviglioso».

«In molti lo ricordano durante le prove della banda, negli anni Novanta - ha raccontato Alessandro Fedrigotti, presidente del Corpo bandistico ledrense - immancabile l'appuntamento del venerdì, a pochi passi dalla sua canonica, quando dispensava i famigerati "bombi" (le caramelle, s'intende) e scambiava in amicizia due parole, lasciando la musica in sottofondo».

Domani. primo agosto, il funerale, alle 17 il rintocco delle campane di Lenzumo ad abbracciarlo per l'ultima volta.

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