La Festa del sol di Prè compie 60 anni

di Paola Malcotti

Ha 60 anni ed ha ancora tanta voglia di ridere e scherzare, prendersi gioco dell’ombra invernale, del freddo, delle nostrane magagne.
È la «Festa del sol» di Prè, che quest’anno oltre a celebrare il ritorno dei tanto sospirati raggi è pronta a festeggiare il traguardo dei sei decenni di vita.
Il conto alla rovescia è iniziato: ancora pochi giorni e poi, in concomitanza con il giorno di Sant’Agata, il sole farà di nuovo l’occhiolino sbirciando dalla Bocca di Leano, solo per pochi istanti ma quel tanto che basta per illuminare la piazza e la via principale, annunciando il suo ritorno ufficiale. Da quel momento sarà tutto in discesa, ogni giorno qualche minuto in più.
Forse non tutti sanno però che da novembre a febbraio anche il vicino paese di Biacesa - il primo che si incontra salendo da Riva - riceve solo pochi minuti di luce al giorno, in ogni caso troppi per poter vantare la stessa caratteristica di Prè. Che nel prossimo fine settimana verrà illuminato anche dai colori della tradizionale festa. Una festa goliardica, che da diversi decenni viene onorata pure dalla popolazione degli altri paesi, le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
Gli annali raccontano che in passato, mano a mano che i raggi del sole arrivavano a posarsi sulle rispettive abitazioni, in tutte le case di Prè si festeggiava l’avvenimento con la preparazione di un dolce casalingo, la «bióta», una torta confezionata con quel poco che a fine inverno ancora si poteva recuperare in dispensa («bióta», in dialetto ledrense significa «senza condimento»).
Si trattava dunque di una ricorrenza povera e contadina ma che, seppur relegata alle mura domestiche, veniva celebrata in tutto il paese, nonostante la contrarietà dei preti, infastiditi dall’usanza di dare il benvenuto al sole che riportava ad un rituale di origine pagana, molto probabilmente celtica.
Dopo le interruzioni dovute ai conflitti mondiali fu però un abitante di Prè, Daniele Colò, un vulcano di iniziative, a ripristinare la festa dapprima con una celebrazione in sordina, con pochi spettatori, ai quali pian piano e con il passare del tempo si aggiunsero gli abitanti di tutta la valle, richiamati dalle danze e dalla goliardia festaiola. È a lui infatti che si deve il motto «a santa Agà el sul l’è giù per la contrà» ed è sempre a lui che il Circolo Acli di Prè e Biacesa - che dopo la morte di Daniele Colò, avvenuta nel 1976, assunse l’eredità della «Festa del Sol», traghettandola fino ad oggi e facendola diventare un appuntamento irrinunciabile per i cultori delle tradizioni popolari - dedicherà quest’anno un momento, con l’inaugurazione di una stele commemorativa.
L’edizione numero 60 della manifestazione prenderà il via venerdì sera con il concerto dei «Vuoti a rendere», mentre sabato si ballerà con la musica dj.
Domenica 4 febbraio, dopo la messa delle 10.30, pranzo con la polenta preparata dagli Alpini della sezione Ana di Molina e alle 14.30 la commedia dialettale proposta dagli attori della filodrammatica «Fomefilò», la dimostrazione pratica degli antichi mestieri, la distribuzione di «grostoi e vin brulè». Per finire con la buona cucina e la serata liscio.

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