Quando il base jumper non deve lanciarsi L'invito degli esperti Di Palma e Spalanzi

Una nuova presa di coscienza ed una maggiore preparazione tecnica nel mondo dei base jumper, per evitare le troppe tragedie nei cieli delle Alpi (con 35 morti negli ultimi mesi estivi tra Italia, Svizzera e Francia). 

Questi i concetti ribaditi dal noto ed esperto base jumper Maurizio Di Palma invitato ad inizio settimana negli studi di «Premium Sport», noto canale sportivo della piattaforma del Gruppo Mediaset. 

Nel suo intervento, accompagnato da splendide immagini del Basso Sarca e dell'exit del «Becco dell'Aquila», Maurizio Di Palma, lombardo ma da tempo residente a Dro e con oltre 3.800 lanci da installazioni ed «exit» di tutto il mondo, ha spiegato come regolamentare il base jumping sia difficile (sarebbe come regolamentare lo sci-alpinismo o l'arrampicata). 

«È importante però - ha ribadito Di Palma - che gli stessi base jumper inizino a prendere coscienza dei rischi del loro sport estremo, facendo "un passo indietro" là dove le condizioni non permettono il lancio, aumentando i margini di sicurezza».

«Più di una volta quest'estate alcuni gruppi di base jumper accompagnati sul Brento da Maurizio Di Palma sono stati sconsigliati e bloccati prima del lancio date le avverse condizioni meteo o le loro carenze tecniche - spiega Virginio Spalanzi, ex paracadutista, fotografo e giornalista residente a Dro, a fianco di Di Palma nel promuovere la disciplina (anche con una rivista ed un vero e proprio festival) - gli exit del Basso Sarca sono tra i più noti e spettacolari al mondo, ma richiedono grande conoscenza e preparazione (almeno 300 lanci da un aereo e più di 10 voli da altra installazione svolti nell'arco di pochi anni).

Chi si affida ad una struttura o esperto locale può contare su tanti consigli sul luogo, condizioni meteo e rischi del volo, riducendo di molto errori e conseguenze spesso tragiche. Quest'anno i gruppi seguiti nella struttura di Dro non hanno avuto alcun incidente, ma è impossibile intercettare tutti i base jumper che arrivano nella nostra zona (come è successo per i due incidenti mortali avvenuti con sul Monte Casale o Cima Capi a Riva)».

Fondamentale conoscere e rispettare i propri limiti. 

«Non basta indossare una tuta alare o guardare le immagini in televisione dei voli radenti e spettacolari per affrontare senza rischi tale disciplina - conclude Spalanzi - il base jumping è e rimane uno sport estremo ed adrenalinico, la sua regolamentazione può passare solo da un'attenta e rigorosa preparazione tecnica e dall'accettare consigli ed indicazioni di chi conosce bene questo sport. 
Un neopatentato non può improvvisarsi pilota di Formula Uno, salvo incorrere in probabili incidenti, che nel volo e in ogni altro sport estremo hanno conseguenze spesso tragiche».

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