Sono 45 i richiedenti asilo ospiti nelle case della Busa

Il punto della situazione in un incontro a Dro tra Comune, Comunità di valle, Cinformi e cooperativa Arcobaleno

di Daniele Ferrari

Una rete solidale ed una nuova sensibilità per accogliere i migranti ed i richiedenti asilo in Busa. Questo il progetto e le varie iniziative di sensibilità e coinvolgimento del tessuto associativo e volontaristico presentate ieri a Dro dai responsabili della cooperativa «Arcobaleno» di Riva (incaricata dalla provincia dell’accoglienza nella zona), delegazione locale della Croce Rossa, Comunità di Valle e amministrazione droata.

Alla presenza del direttore di «Cinformi» Pierluigi La Spada, sono stati Paolo e Martina Tonelli di «Arcobaleno» a ricordare come sono 45 gli stranieri migranti e in attesa dello status di rifugiato politico presenti nei comuni dell’Alto Garda, con 18 soggetti accolti a Dro (4 nuclei famigliari e due coppie), 16 ad Arco, 9 a Riva e 2 a Drena, a fronte dei 872 ospitati in Trentino (67 minori non accompagnati) dove da settembre 2014 sono arrivati 1.299 stranieri e 692 sono già partiti per altre destinazioni.

Proprio nel comune di Dro (presso il centro culturale di via Battisti) sono stati attivati anche i corsi di apprendimento delle lingua italiana e di conoscenza di diritti e doveri di convivenza sociale. «Stiamo sperimentando un’emergenza sociale che ci interroga tutti e che in passato ha coinvolto anche i trentini (105 mila hanno vissuto in varie epoche l’esperienza dell’esodo e di rifugiato) - ha ricordato Paolo Tonelli - l’accoglienza dei richiede una sinergia comune tra amministrazioni, enti ed associazioni di volontariato locale».

Un’emergenza che potrebbe potare a nuovi ingressi (ora lo Stato prevede la presenza di un richiedente asilo ogni 500 residenti). «L’atteggiamento d’accoglienza è migliorato - ha confermato Pierluigi La Spada - la Provincia ha deciso di gestire in prima persona l’accoglienza dei migranti, contando su risorse e fondi statali ed internazionali (circa 27-30 euro il costo dell’aiuto giornaliero per ogni soggetto). Sono previsti l’insediamento di piccoli nuclei famigliari o coppie in strutture individuali (quasi esclusivamente private), e ben distribuiti sul territorio di vari comuni: una formula che permette un maggiore inserimento sociale stemperando i timori delle comunità locali».

Sono state Patrizia Angeli e Marina Malacarne, assessore alle attività sociali rispettivamente di Comunità di Valle e comune di Dro, e il bibliotecario di Dro Dino Sommadossi a spiegare le attività d’accoglienza ed inclusione previste sul territorio droato, col coinvolgimento di parrocchia, Comune e scuola. «La nostra attenzione è rivolta in particolare agli alunni di elementari e medie e al corpo docente - ha spiegato Sommadossi - un progetto quinquennale che passerà attraverso letture animate, film, incontri e seminari per i docenti».

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