Alto Adige / Agricoltura

La protesta dei trattori arriva anche per le vie di Bolzano

Sono circa 350 in contadini che hanno sfilato in centro città dopo l'iniziativa patrocinata dal consigliere provinciale Jürgen Wirth Anderlan e dal gruppo "Zukunft Landwirtschaft" ai quali poi si sono aggiunti la potente Unione degli agricoltori Südtiroler Bauernbund e il neoassessore all'agricoltura Luis Walcher

BOLZANO. La protesta degli agricoltori è arrivata anche in Alto Adige. A portare a Bolzano circa 120 trattori in un primo momento ci avevano pensato il consigliere provinciale Jürgen Wirth Anderlan, noto per le sue posizioni no vax, e il gruppo di lavoro "Zukunft Landwirtschaft", ma poi alla protesta si sono affiancati anche la potente Unione degli agricoltori Südtiroler Bauernbund e il neoassessore all'agricoltura Luis Walcher.

In piazza, oggi, si sono radunati circa 350 agricoltori.

"Di questo lavoro non si riesce più a sopravvivere", ha sottolineato Walcher. "E' una tragedia che in altri paesi ha fatto chiudere moltissime aziende e tanti terreni fertili non vengono più coltivati. Noi in Alto Adige non siamo in questa situazione, ma siamo qui per solidarietà da una parte, ma anche per sensibilizzare l'opinione pubblica sul lavoro dei contadini".

Per il neopresidente dell'Unione degli agricoltori Suedtiroler Bauernbund Daniel Gasser, "bisogna trovare un equilibrio per quanto riguarda i costi, perché i produttori devono poter prendere di più. Siamo contenti - ha detto - che i consumatori dell'Alto Adige prendono i nostri prodotti, se vogliono sostenerci, questo è il modo migliore per farlo".

Jürgen Wirth Anderlan ha detto di essere in piazza "per il futuro dei nostri figli, sono qua non come politico o agricoltaore, ma come padre e nonno. Noi tutti siamo qui oggi per difendere le piccole aziende, se si pensa che solo a Caldaro ogni anno chiudono tre aziende agricole. Poi c'è il problema della burocrazia, ci sono i danni provocati da lupi e orsi.

Occorre soprattutto far in modo - ha concludo Anderlan - che di agricoltura si possa ancora vivere, la protesta non è diretta all'Alto Adige, ma soprattutto verso l'Ue ed è anche un modo di sensibilizzare la popolazione sul nostro lavoro, nella speranza che continuino a sostenerci, comprando i nostri prodotti".

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