Alto Adige / Protagonisti

Martha Ebner compie 101 anni: fondò una delle prime case protette in Italia per donne in difficoltà

"Meno male che si parla delle donne, è tempo che sia così", ha commentato la signora, che è stata testimone dei drammi del Novecento: ha conosciuto l'inverno delle guerre e delle sopraffazioni autoritarie e ha preso parte alle aspettative di libertà e di autonomia per tutti

BOLZANO. Ha attraversato il "secolo breve". Ha conosciuto l'inverno delle guerre e delle sopraffazioni autoritarie del '900 e ha preso parte alle aspettative di libertà e di autonomia per tutti. Poi, oltre trent'anni fa, è stata parte attiva nella creazione della prima casa protetta per donne d'Italia, realizzata a Bolzano, anche grazie all'allora decano, il canonico Josef Rier, che mise a disposizione un immobile della curia.

Oggi Martha Ebner, 101 anni - presidente onoraria della casa editrice Athesia, al cui gruppo fa capo anche l'Adige - ricorda con affetto quel periodo: "È stato circa 35 anni fa. Fu un'esperienza molto bella. Meno male che adesso si parla di più delle donne, è tempo che sia così", ha commentato a margine della cerimonia in cui le è stato consegnato il riconoscimento di "cittadina dell'anno" a Bolzano.

Tra le socie fondatrici dell'associazione 'Frauen helfen Frauen', Martha Ebner tutt'ora collabora con l'associazione per sostenere e aiutare donne in difficoltà e risulta inoltre tra le socie fondatrici della Südtiroler Krebshilfe, la lega contro i tumori dell'Alto Adige.

C'è poi la carriera di direttrice, da quasi 50 anni, di una rivista in lingua tedesca, il bimensile 'Die Frau' (La donna), che Martha Ebner dirige tutt'oggi, probabilmente un record a livello mondiale.

Accanto la militanza nella Svp: gli Ebner sono Dableiber, cioè quelli che durante l'opzione del 1939 si rifiutano di lasciare la patria per essere trasferiti in Germania o in Austria. Sono la minoranza dei sudtirolesi con appena il 15 per cento. Ma saranno proprio loro a essere fondamentali nella formazione di un partito politico unico, la Svp appunto, che nell'immediato dopoguerra si costituisce per rappresentare gli interessi di tutta la popolazione di lingua tedesca e ladina. (Ansa)

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