Giustizia / La polemica

Condanna per peculato, Durnwalder ricorre alla Corte Europea di Strasburgo

Gestione del fondo di rappresentanza: «Mica potevo dire a un ospite internazionale “vai a mangiare val baracchino dei wurstel”». E anche sulla condanna per la caccia a marmotte e cormorani...

BOLZANO. Per 25 anni «Kaiser Luis» ha guidato la Provincia di Bolzano. Cercava la gente e la gente cercava lui. Luis Durnwalder era una presenza fissa alle feste nei paese di montagna, come anche a quelle nei rioni «italiani» a Bolzano, e ogni mattina alle sei era in ufficio per ricevere i cittadini.

Ora l'ex governatore altoatesino è stato però condannato in via definitiva a due anni e mezzo per peculato per la gestione del suo fondo di rappresentanza. Complessivamente deve restituire allo Stato oltre un milione di euro per due procedimenti contabili, uno sui fondi e l'altro sull'abbattimento di selvaggina protetta in Alto Adige.

Durnwalder non ci sta e ha annunciato ricorso alla Corte europea di Strasburgo. "Non ho mai intascato un centesimo, anzi ho sempre anticipato migliaia e migliaia di euro di tasca mia", ha tuonato il 79enne con la sua potente voce in una conferenza stampa. Assistito dai suoi legali Gerhard Brandstaetter e Domenico Aiello l'ex governatore si è detto "profondamente deluso" anche perché non è stata accolta "una prova decisiva della mia innocenza", ovvero la documentazione delle spese sostenute con i suoi soldi negli anni.

Era infatti prassi che Durnwalder, intervenendo a una festa di paese, desse una mancia alla banda musicale. Capitava anche che desse soldi a chi di mattina bussava alla sua porta perché in difficoltà economiche. A fine mese poi faceva una sorta di «conguaglio» tra queste spese e quelle private fatte per lui dal suo staff.

"Già il mio predecessore Silvius Magnago disponeva del fondo di rappresentanza e mai è stato contestato", ha evidenziato Durnwalder, ribadendo di aver sempre anticipato di tasca propria le spese. "Non ho mai toccato fondi pubblici per spese private, il contrario invece sì", ha ribadito.

"Non posso dire ad un ospite istituzionale che arriva da Roma: vai a mangiare alla bancarella dei würstel. Sarebbe triste se in una Provincia con un bilancio di sei miliardi di euro non potessi neanche offrire un caffè", ha ironizzato l'ex governatore, che ora si rivolgerà alla Corte europea di Strasburgo perché convinto che gli sia stato negato il diritto di difesa.

Durnwalder ha anche parlato della sentenza della Corte dei Conti, per un decreto che consentiva l'abbattimento di marmotte, cormorani e altra selvaggina, per la quale deve restituire oltre 500 mila euro. Per lo stesso procedimento - ha ricordato - il suo ex direttore dell'ufficio caccia e pesca Heinrich Erhard "dovrà addirittura vendere il suo appartamento. Mentre abbiamo agito in difesa dell'ambiente in caso di presenza troppo massiccia di alcune specie".

L'ex governatore ha, infine, affermato con rammarico di essersi aspettato che la giunta provinciale si costituisse parte civile nel procedimento "a difesa della legge provinciale per la caccia". Cosa che invece non è avvenuta.

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