La forza degli sponsor, la «Tulot» diventa la «Audi»

In Val Rendena per combattere il calo di finanziamenti pubblici si è abbattuto un tabù: la pista da sci sponsorizzata. La «Tulot» di Pinzolo per i prossimi due anni si chiamerà «Audi». E i puristi della montagna insorgono

di Nicola Guarnieri - NO

tulot pista campiglio sciLa crisi morde, i finanziamenti pubblici sono ridotti all'osso ma il mondo dell'economia, in Trentino vuol dire turismo, deve stare a galla nonostante tutto. E così si va a batter cassa da chi i soldi ce li ha. Sono i mecenati del Duemila, quelli della ricchezza fai da te (senza spremere l'erario), che piazzano il proprio logo ovunque sia richiesto in cambio del sostentamento necessario ad alimentare l'economia locale. In Rendena, però, si è abbattuto un tabù: è arrivata la pista da sci sponsorizzata, che resiste grazie al colosso di turno che ci mette nome, faccia e soldi. Qualcuno già storce il naso. Perché passi per Palasport e manifestazioni ma una pista altro non è che una lingua di terra figlia della montagna, patrimonio di tutti. «Pecunia non olet», ricordano i romani dei tempi antichi, e allora è meglio guardare negli occhi la realtà. Che in questo momento si chiama Audi, il colosso dell'automobile che sta vendendo macchine in ogni angolo di pianeta. E il cui nome è conosciuto negli stessi angoli del pianeta. Risultato? Una pista da sci di livello mondiale che, per i prossimi due anni con opzione per il terzo, si chiamerà proprio come il colosso a quattroruote (e quattro cerchi).
Il nastro bianco che appassiona gli sciatori attirati dalla Perla delle Dolomiti è la pista Tulot, un tracciato per discesisti adrenalinici con una pendenza che raggiunge il 69%. Troppa roba per non sfruttarla economicamente. Ed ecco, non a caso, i tedeschi dei motori che contano e danno prestigio metterci su le mani.
La pista che cambia nome con lo sponsor. È il futuro? «Voleva essere un modo per fare comunicazione e valorizzare le caratteristiche di pista e sponsor. - spiega  Marco Masè , presidente Apt - Abbiamo un partner di peso che sta investendo molto in immagine e per noi è importante, in un momento difficile, vedere aziende leader che credono nel nostro prodotto. Questa è una vetrina che mette assieme due marchi che hanno forza e visibilità a livello mondiale». Campiglio ed Audi insieme per ipnotizzare il mercato? «Perché no? Il fatto di essere solo paragonati o messi a fianco a loro è importante per noi». Ma che significa concedere il blasone Tulot-Audi? «Ricevere promozione internazionale senza spendere in campagne onerose. Audi ha già investito molto su carta stampata e social network».
E l'Apt? «Ha fatto da collettore visto che Audi mantiene rapporti anche con altre strutture». Il guadagno? «Immagine ed economico. Audi avrà il suo nome su tornelli, cabinovie e striscioni in pista e in cambio lancerà Pinzolo e Campiglio nel mondo». E in più ha donato cinque Suv ad Apt e Funivie.
La casa tedesca, tra l'altro, trasferirà i «test drive» all'ombra delle Dolomiti, con prove dei propri gettonatissimi 4x4 sul laghetto ghiacciato e sulle strade della Rendena. Già adesso le immagini della skiarea ammiccano su sei pagine del magazine da 100 mila copie e l'Apt sta lavorando sull'appeal estivo. Ma perché proprio la Tulot? «È la più nuova. Hanno scartato la Miramonti perché prova di Coppa del Mondo sponsorizzata da Audi e la Spinale perché già Streiff Schumacher».

comments powered by Disqus