Crollo delle nascite a Tione, nel 2013 solo 176 bebè

Nonostante l'arrivo in luglio del nuovo coordinatore di reparto, il 2013 si chiuderà con un ulteriore crollo delle nascite all'ospedale di Tione. Naturalmente nessuno si aspettava miracoli in pochi mesi dal dottor Francesco Capobianco, e la tendenza generale a fare meno bambini in tempi di crisi non ha risparmiato né l'Italia né il Trentino. Così a Tione dopo essere scesi sotto i 200 nati (198 a fine 2012) la flessione continua: al 27 dicembre si contavano 176 bebé, con quattro o cinque mamme che si avvicinavano alla data presunta del parto

di Roberta Boccardi

Nonostante l'arrivo in luglio del nuovo coordinatore di reparto, il 2013 si chiuderà con un ulteriore crollo delle nascite all'ospedale di Tione. Naturalmente nessuno si aspettava miracoli in pochi mesi dal dottor Francesco Capobianco, e la tendenza generale a fare meno bambini in tempi di crisi non ha risparmiato né l'Italia né il Trentino. Così a Tione dopo essere scesi sotto i 200 nati (198 a fine 2012) la flessione continua: al 27 dicembre si contavano 176 bebé, con quattro o cinque mamme che si avvicinavano alla data presunta del parto.
«ll problema demografico è il primo problema italiano, ancora prima della crisi economica, ed è un problema anche per il Trentino dove quest'anno avremo un numero di nati inferiore di 500 unità a quella che era la media degli ultimi sette o otto anni - commenta  Gigi Olivieri , assessore alla salute della Comunità delle Giudicarie -. A Tione chiuderemo con 180 nati e in Trentino con 4.500, un calo vistoso determinato dalla crisi economica e dal ritorno ai loro Paesi d'origine di molte donne extracomunitarie o comunque straniere».
Olivieri ribadisce, però, quando già detto (vedi l'Adige di ieri,  ndr ) dal capo del Dipartimento materno infantile  Marco Ioppi  in risposta alla bufera sollevata dal primario di Arco, e cioè che «non sono i numeri a fare la differenza, ma la sicurezza della prestazione clinica e medica». Il primario di Arco,  Arne Luehwink , lo ricordiamo, ha interpretato alla lettera una direttiva dell'Azienda sanitaria nella quale si parla della necessità di centralizzare a Trento e a Rovereto i parti a rischio. «Ma questo non vuol dire che non si debbano più fare i cesarei programmati negli ospedali periferici - specifica Olivieri -, ma che sarà coscienza di ogni medico capire se il parto è a rischio, attraverso il monitoraggio continuo della gravidanza che viene effettuato dai medici ginecologi e dalle ostetriche in tutti gli ospedali».
Se il problema fosse il numero in sé - insiste Olivieri - con il limite di 500 fissato dall'Oms (l'organizzazione mondiale della sanità) in Trentino sarebbero ben pochi i punti nascita che si salverebbero. Per fortuna non è così, viviamo in una provincia dove la sanità deve fare i conti con l'orografia e la territorialità da un lato e dall'altro con la sicurezza della nascita per la mamma e per il bambino. E in Trentino abbiamo un tasso di mortalità abbondantemente al di sotto delle medie nazionale ed europea: fin quando questo ci sarà vuol dire che anche punti nascita con piccoli numeri sono in grado di garantire una qualità elevata. Tant'è che viene svolto un grosso lavoro di formazione con il personale degli ospedali periferici che segue corsi di aggiornamento con attività simulate sul fronte delle emergenze che possono verificarsi in sala parto».
«Si può senz'altro dire - conclude Olivieri - che la sanità trentina è all'avanguardia anche dal punto di vista dei punti nascita articolati sul territorio».
Intanto, per l'8 gennaio è già annunciato l'arrivo in valle del nuovo assessore provinciale alla Salute, Donata Borgonovo Re, che proprio da Tione comincerà gli incontri sul territorio. In giornata sarà in visita all'ospedale di Tione, mentre alle 18.30 è previsto l'incontro con il Consiglio della salute della Comunità giudicariese.

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