Fornace, si è spento  Guido Cristofolini

Un'intera vita passata per la sua ditta, il suo lavoro, la sua passione. Guido Cristofolini se n'è andato per un malore, che lo ha colto martedì mattina sul piazzale dell'azienda, la Unionporfidi di Fornace. Una ditta nata grazie al lavoro delle sue mani, nei primi anni Sessanta e che tuttora prosegue, con una quindicina di dipendenti, grazie all'impegno dei figli Teresa e Rocco

cristofoliniFORNACE - Un'intera vita passata per la sua ditta, il suo lavoro, la sua passione. Guido Cristofolini se n'è andato per un malore, che lo ha colto martedì mattina sul piazzale dell'azienda, la Unionporfidi di Fornace.
Una ditta nata grazie al lavoro delle sue mani, nei primi anni Sessanta e che tuttora prosegue, con una quindicina di dipendenti, grazie all'impegno dei figli Teresa e Rocco. All'impegno lavorativo ha unito quello nelle associazioni dei produttori di porfido, facendosi apprezzare in ogni sede.
Ne parla il sindaco Pierino Caresia: «Sarà sempre ricordato come uno di quegli imprenditori capaci di partire dal niente per creare, un po' grazie all'intuito, un po' grazie al sacrificio, una realtà molto importante per l'economia e l'occupazione sul territorio».
Il vicesindaco Ezio Cristofolini lo ha accompagnato negli anni in cui Guido è stato presidente del Consorzio produttori porfido di Fornace. «Lui è stato un pioniere di questa attività. Ha iniziato a cavallo degli anni Sessanta: all'inizio si occupava anche di trasporti, ma la passione era in cava. La sua ditta è stata ed è tuttora una delle realtà più importanti. Da tempo ne aveva affidato la gestione ai figli, ma continuava a lavorare: il primo ad arrivare, l'ultimo ad andare via la sera. Si è spento proprio qui e sono pronto a scommettere che, se avesse potuto scegliere, avrebbe scelto di andarsene così».
Una persona particolarmente laboriosa, dunque, ma anche buona. Spiega ancora Ezio: «Era bravo nel rapporto con le persone: trovava sempre il modo di fare una battuta e sdrammatizzare. E poi voglio anche aggiungere che era un generoso. Non lo dava a vedere, ma sapeva far arrivare il suo aiuto dove serviva. Io credo che tanti giovani dovrebbero prendere esempio da lui: voleva bene al suo lavoro, alla pietra che estraeva».

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