Giudicarie: troppa acqua, patate e mais a picco

La Copag, la cooperativa dei produttori agricoli giudicariesi, lancia l'allarme per le patate lomasine ma anche per il mais destinato all'Agri 90 di Storo: «La situazione è ulteriormente peggiorata rispetto a poche settimane fa - spiega il direttore Luca Armanini - speravamo in una finestra di bel tempo, ma siamo da capo con le piogge torrenziali. Si è seminato fra il 90 e il 95% delle superfici, ma il rischio è che le patate seminate vadano a marcire»

di Denise Rocca

f2e7a823d7_5292350.jpgGIUDICARIE ESTERIORI - Pioggia su pioggia, ormai da un paio di mesi. Una primavera anomala e così bagnata come quella di quest'anno non poteva passare senza lasciare traccia sull'agricoltura locale: i campi della piana del Lomaso sono allagati. Negli sprazzi di sole dei giorni scorsi i contadini hanno seminato il mais. Sono passate due settimane ma delle file verdeggianti che ci si aspetterebbe di vedere nemmeno l'ombra, solo terra, fango e acquitrini.

 

La Copag, la cooperativa dei produttori agricoli giudicariesi, lancia l'allarme per le patate lomasine ma anche per il mais destinato all'Agri 90 di Storo: «La situazione è ulteriormente peggiorata rispetto a poche settimane fa - spiega il direttore della Cooperativa Luca Armanini - speravamo in una finestra di bel tempo, ma siamo da capo con le piogge torrenziali. Si è seminato fra il 90 e il 95% delle superfici, ma il rischio è che le patate seminate vadano a marcire, mentre quelle germinate sono praticamente ibernate a causa delle basse temperature: da venti giorni sono ferme fra i 5 e i 10 centimetri».

 

La prospettiva preoccupa i vertici della Copag, soprattutto in ragione del calo del 30% fatto registrare lo scorso anno dalla produzione di patate: si è passati dai 39.500 quintali del 2011 ai 28 mila dello scorso anno. «Un'altra annata negativa consecutiva – prosegue Armanini - e si rischia che qualche azienda vada in difficoltà in una zona come le Giudicarie, dove la coltivazione di patate e mais ha un ruolo importante per gli agricoltori». Meno quintali significa un'incidenza maggiore dei costi fissi sui conti della cooperativa, e di conseguenza meno risorse da distribuire ai soci.


«Il problema climatico è a livello nazionale - accenna ad un'analisi Armanini - nel Veronese non si è nemmeno seminato e anche in Emilia sono in grosse difficoltà, in più lì i mesi di ritardo sulla stagione sono due, quindi si può sperare che con meno prodotto sui mercati i prezzi reggano, anche se difficilmente questo compenserà le perdite quantitative».


E il mais? La situazione è ancora più critica: si sono persi giorni preziosi, e le semine che richiedono maturazioni più lunghe non possono essere più utilizzate a questo punto. Si seminerà con meno giorni di ciclo a disposizione e ciò si tradurrà in un calo netto sulle rese. Il direttore Armanini ipotizza un 25% in meno di prodotto. I vertici della cooperativa giudicariese hanno informato nei giorni scorsi l'assessorato all'agricoltura della preoccupante situazione, ripercorrendo gli ultimi mesi di semine a singhiozzo e il rischio concreto che il calo quantitativo si traduca in difficoltà per le singole aziende e sia accompagnato da un calo anche qualitativo delle produzioni.

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