Acqua del Rabbies per le mele nonese

Dalla valle di Sole alla val di Non per dissetare i meleti. Un progetto dal costo di venti milioni di euro per realizzare una «condotta» da 34 chilometri, in grado di portare dal Rabbies l'acqua necessaria a oltre duemila ettari di frutteti, da Cles a Cunevo. L'opera però dovrà essere sottoposta alla Via (Valutazione di impatto ambientale), come stabilito dalla Provincia. Contrari all'impianto i comuni di Rabbi e di MalèI tuoi commenti

_DSC2727_5704744.jpgVAL DI NON - Acqua dal Rabbies, «pescata» a valle di San Bernardo, per dissetare i meleti della val di Non. È un progetto assai costoso. «Servono circa 20 milioni di euro» spiega  Giancarlo Sofia , presidente del Consorzio di miglioramento fondiario di 2° «Val di Tovel». L'acqua captata dal Rabbies arriverà fino a Cles con una condotta dal diametro di 60 centimetri, e da qui redistribuita ai sette consorzi irrigui raccolti nel Cmf «Val di Tovel».
 
Il progetto di «derivazione irrigua dal torrente Rabbies e adeguamento dell'infrastruttura acquedottistica», che coinvolge i comuni di Rabbi, Malé, Terzolas, Caldes, Cavizzana, Cles, Tassullo e Tuenno, dovrà però essere sottoposto a procedura di valutazione dell'impatto ambientale: è la decisione presa nei giorni scorsi da  Giancarlo Anderle , dirigente del Servizio autorizzazione e valutazioni ambientali. Questo in ragione del fatto che vanno considerate anche soluzioni alternative. Del resto la proposta di prelevare acqua dal Rabbies, si legge nella determina firmata da Anderle, «ha registrato la netta opposizione dei rappresentanti delle comunità locali, in particolare di Rabbi e Malé».
 
Le origini del progetto stanno nella situazione del torrente Tresenica, che solca la val di Tovel. È fortemente gravato, oggi, dai prelievi irrigui. Ma è certo che l'obbligo di rilascio del «dmv», il deflusso minimo vitale, se da un lato permette di recuperare, almeno parzialmente, qualità al corpo idrico, dall'altro «genera un importante incremento del deficit irriguo», vale a dire: meno acqua per irrigare i frutteti a valle. Qui sta il problema: la Provincia, di fatto, chiede ai consorzi irrigui di prelevare meno acqua. Quindi questi la vanno a cercare altrove. «Il reperimento di risorsa idrica in un ambito esterno» annota però il dirigente del Servizio di valutazione di impatto ambientale «oltre a generare potenziali conflitti tra le comunità, rischia di spostare il problema generando criticità ambientali sul torrente Rabbies le cui portate, nell'ambito sotteso della derivazione richiesta, risultano già ridotte a causa dei prelievi idroelettrici e, nel tratto a valle, irrigui per l'attività agricola della bassa val di Sole».
 
La questione è complessa e la sottoposizione a «Via» della progetto servirà anche ad approfondire l'eventuale ipotesi di futuro utilizzo di risorsa idrica derivata dal Rabbies da parte dei consorzi in sinistra Noce, con ulteriore aumento della portata captata. Dovrà, tra le altre cose, essere esaminata la cantierizzazione prevista per la collocazione della condotta nella zona del Faè, con le interferenze della galleria con il sistema carsico. 
 
Dice il presidente del «Val di Tovel», Giancarlo Sofia: «È la stessa Provincia a chiederci di valutare la derivazione dal Rabbies dove, per altro, il consorzio di Cles ha già una concessione. Sarebbe una condotta di 33-34 km, per portare acqua fino a Cunevo. È un progetto che interessa sette consorzi (Cles, Tuenno, Nanno Tassullo, Terres, Cunevo e Flavon) per circa 2.200 ettari di meleti. Dal Tresenica deriviamo mille litri al secondo, che sarebbero sufficienti con il completo passaggio dalle girandole al sistema a goccia. Ma se la Provincia ci toglie 300 litri per il deflusso minimo vitale, dobbiamo trovare un'alternativa. Volentieri, faremmo a meno di spendere 20 milioni di euro». 

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