Troppo alluminio: «Acqua vietata»

Decimo giorno senz'acqua nella frazione di Lases, causa presenza di alluminio oltre il limite nell'acquedotto. E la popolazione, costretta da un'ordinanza ad acquistare l'acqua in bottiglia anche per pulire la verdura, comincia a non poterne più. Si chiede quale sia il rischio a reale, quanto dureranno i disagi

6659bb89f3_4388072.jpgLASES - Decimo giorno senz'acqua nella frazione di Lases, causa presenza di alluminio oltre il limite nell'acquedotto. E la popolazione, costretta da un'ordinanza ad acquistare l'acqua in bottiglia anche per pulire la verdura, comincia a non poterne più. Si chiede quale sia il rischio a reale, quanto dureranno i disagi, se sarà possibile innaffiare gli orti e perché l'amministrazione comunale non fornisce acqua alla popolazione mediante un'autobotte, senza costringere le famiglie, anche quelle di anziani che fanno di conto per arrivare a fine mese, ad acquistare l'acqua in bottiglia.

 

Dell'ordinanza che il sindaco Marco Casagranda  ha firmato lo scorso 19 marzo, con cui si impone dil divieto di «usufruire dell'acqua potabile ai fini domestici», s'è parlato anche alla fine del consiglio comunale, l'altro ieri sera. Un'ordinanza dovuta, dopo che le analisi chimico-batteriologiche effettuate presso il serbatoio Giulia hanno evidenziato la presenza di alluminio oltre i limiti di legge: 262 milionesimi di grammo per litro anziché 200. Sono escluse la frazione Lona e la zona residenziale Ronc del Mela, quindi sono interessati più di 400 abitanti di Lases.

 

«Chiedo ai cittadini di avere ancora un po' di pazienza» dice il sindaco Casagranda «il problema sarà risolto una volta per tutte con la sistemazione dell'acquedotto: abbiamo i soldi a bilancio, gli espropri sono definiti e i lavori partiranno tra giugno e luglio, e in due mesi saranno conclusi. Con questo intervento (450 mila di costo, per 317.812,19 euro coperto da contributo provinciale, per i rimanenti 132.187,81 da un mutuo del Bim Adige, ndr), sarà isolata la sorgente Fontana-Giulia, quella che storicamente dà problemi, vuoi per la presenza di coliformi o, è la sedonda volta, di alluminio.

 

In futuro, l'acquedotto sfrutterà le due prese di Lona e, in caso di carenza, la sorgente Rivi attraverso pompaggio, infine, più l'eventuale quota (circa l'8%) dell'acqua del Consorzio intercomunale acquedotto bassa val di Cembra. Il tutto sarà collegato al vascone Fontana-Giulia. E ci saranno un trattamento con gli ultravioletti per sterilizzare l'acqua, una modulazione automatica del poco cloro utilizzato per purificare le condotte e un sistema di telecamere per monitorare le perdite di carico. Intanto, ieri (ieri l'altro, ndr), Ecopera ha svolto altre analisi al vascone di Fontana-Giulia: attendiamo i risultati per la prossima settimana». Perché non avete installato un'autobotte? «Perché non si sapeva dove prelevare in sicurezza l'acqua».

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