«Prodotti biologici meglio della chimica»

«Per la ticchiolatura i prodotti e le tecniche usate in agricoltura biologica si sono dimostrate di gran lunga più efficienti, efficaci ed economiche di quelle proposte dall'industria della chimica di sintesi. Frutticoltori biologici nonesi e trentini hanno messo sul mercato mele di ottima qualità con meno trattamenti e senza l'uso di pesticidi di sintesi. Cari frutticoltori "integrati" cosa aspettate a svegliarvi!». Così si conclude un documento del «Comitato per la salute Val di Non» I tuoi commenti

veleniVAL DI NON - «Per la ticchiolatura i prodotti e le tecniche usate in agricoltura biologica si sono dimostrate di gran lunga più efficienti, efficaci ed economiche di quelle proposte dall'industria della chimica di sintesi. Frutticoltori biologici nonesi e trentini hanno messo sul mercato mele di ottima qualità con meno trattamenti e senza l'uso di pesticidi di sintesi. Cari frutticoltori "integrati" cosa aspettate a svegliarvi!». Così si conclude un documento del «Comitato per la salute Val di Non», che prosegue la battaglia contro l'eccessivo uso di fitofarmaci nelle campagne nonese, quantificato nel 2011 a 90 chilogrammi ad ettaro, record italiano, come riportato in una relazione della Fondazione Mach (Evaluation of the environment impact...). Non è però vero che i coltivatori biologici, lo scorso anno, hanno ottenuto risultati migliori, nella lotta alla ticchiolatura.
 
«Per mele golden e gala non è andata per niente bene», commenta  Alberto Rossi  di Maso Rossi (Maiano), uno dei pionieri del biologico: «C'è andata bene con le renetta, le stark, le fuji, ma per golden e gala, meno resistenti, sono stati problemi seri». Le aziende «bio» di consistenti dimensioni non sono molte: oltre a Maso Rossi ci sono la Rampanelli di Spormaggiore, la Galeaz di Dambel, la Bonetti di Sporminore. «E per questi posso assicurare che è andata così», conclude Alberto Rossi.
 
Tornando al Comitato per la salute, viene espressa preoccupazione per l'arrivo della primavera e con essa dei trattamenti con pesticidi: «In questi anni è stato lamentato un approccio allarmistico e troppo emotivo al problema, affermando che non ci deve essere scontro, ma collaborazione». I frutti di tale collaborazione, per il comitato, sono però deludenti: «La riduzione delle distanze delle irrorazioni dai luoghi pubblici in molti comuni, come suggerito dalla Comunità di valle, e l'elevato numero di trattamenti e del quantitativo di pesticidi utilizzati». Con una sola novità, continua il comitato: «Il crollo, nel 2013, della fiducia cieca nei tecnici della Fondazione Mach, nonostante i 40 trattamenti consigliati». 
 
Lo scorso anno, viene aggiunto, il Comitato per la salute ha abbassato i toni, di fronte al problema della ticchiolatura, per non incrementare polemiche e scontri. «Ma ora chiediamo al mondo agricolo di riflettere su quanto successo e trovare soluzioni per ridurre il forte impatto ambientale, sanitario e sociale dell'attuale modello agricolo, affinché non abbia a ripetersi una stagione come quella passata», quando, viene sottolineato, «dell'eccessivo uso di pesticidi si sono preoccupate anche le organizzazioni dei produttori agricoli che hanno intimato a tutti i soci di certificare il non utilizzo di pesticidi fuori norma, pena la mancata accettazione del prodotto» o addirittura «l'addebito del danno economico arrecato». 
 
Le soluzioni per un'agricoltura più rispettosa di ambiente e salute ci sono, conclude il Comitato: «Varietà resistenti, siepi, biodiversità, eliminazione da subito delle molecole più pericolose quali captano e chloripirifos, adottando anche tecniche utilizzate nel biologico, come suggerito in occasione della recente giornata frutticola svoltasi a Cles».

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