Una pianta carnivora scoperta in Valsugana

Il 6 marzo prossimo, al Museo civico di Rovereto, i botanici  Filippo Prosser e Alessio Bertolli illustreranno una loro sorprendente scoperta scientifica che riguarda la Valsugana. È l'abbondante presenza - in vari ambienti rocciosi e umidi - della  Pinguicola poldinii  una pianta carnivora endemica, nuova per il Trentino, che solo nel 2001 è stata scoperta e descritta nelle Alpi, rinvenuta dapprima nelle province di Pordenone e Belluno e poi in quella di Vicenza

di Fabrizio Torchio

piantaVALSUGANA - Il 6 marzo prossimo, al Museo civico di Rovereto, i botanici  Filippo Prosser e Alessio Bertolli illustreranno una loro sorprendente scoperta scientifica che riguarda la Valsugana.
È l'abbondante presenza - in vari ambienti rocciosi e umidi - della  Pinguicola poldinii  una pianta carnivora endemica, nuova per il Trentino, che solo nel 2001 è stata scoperta e descritta nelle Alpi, rinvenuta dapprima nelle province di Pordenone e Belluno e poi in quella di Vicenza.
«Nel 2012 è stata trovata nel Canale del Brenta - riassume Filippo Prosser - e nonostante si fosse parlato di una specie relitta limitata all'asse del fiume - abbiamo deciso di controllare le zone rocciose di stillicidio». Ai due botanici è bastato salire di poche decine di metri per trovare una prima popolazione di  Pinguicola  in piena fioritura: «Si trattava del primo ritrovamento di questa intessantissima specie endemica in Trentino» hanno scritto Prosser e Bertolli in un poster esposto al Museo. «Nelle settimane seguenti si sono raggiunti vari altri stillicidi della bassa Valsugana, in alcuni casi già visitati in altre stagioni quando però la specie non è determinabile, e le ricerche hanno avuto esito positivo dal confine provinciale fino alla Val Bronzale presso Ospedaletto. La presenza nota di  P. poldinii  lungo l'asse del fiume Brenta è passata così dai circa 6 km della Valbrenta segnalati da Giovagnoli & Tasinazzo (2012) ad oltre 26 km, di cui quasi la metà in territorio trentino».
Da Pianello Vallon ad Ospedaletto, Prosser e Bertolli si sono imbattuti in una stazione dopo l'altra con centinaia di esemplari: l'esito delle loro ricerche è già stato presentato all' Informatore botanico italiano , il bollettino della Società botanica italiana. «Pare impossibile che ancora specie di tale interesse siano da trovare in Trentino», commentano i due botanici. «In una zona bene esplorata da botanici antichi e percorsa anche in tempi recenti si annidava la meravigliosa  Pinguicula poldinii , pregevole specie endemica delle Prealpi sud-orientali descritta solo nel 2001. Però occorreva capitare negli ambienti giusti nel periodo di fioritura per poterla vedere...».
Solo dove la roccia è costantemente bagnata, ma si tratta spesso di zone impervie e di difficile accesso, fa capolino questa piccola pianta carnivora, alta una decina di centimetri e dai fiori di colore blu-violetto (con i lobi della corolla rivolti verso l'alto) che sbocciano in maggio, in aprile nelle aree più calde. «Le foglie - spiega ancora Prosser - sono vischiose al tatto: l'insetto vi si appiccica e viene digerito esternamente: le sostanze azotate vengono assorbite dalla pianta. Dal punto di vista conservazionistico - aggiunge il botanico - quegli ambienti assumono ora una maggiore rilevanza e la Valsugana assume maggiore importanza per le specie endemiche, confermandosi di notevole interesse». Non è la sorpresa, peraltro: «Alcuni anni fa scoprimmo sopra Tezze la  Salvia saccardiana  - ricorda Prosser - che non era nota nel Trentino».

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