Lavarone / L'evento

Sull'altopiano Cimbro è già febbre da Giro d'Italia, grande attesa per la scalata del Menador

Il sindaco Corradi: «La tappa che porterà la carovana rosa a Lavarone la si può definire splendida, selettiva, dura. Una tra le tre tappe più significative dell'edizione 2022»

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di Tiziano Dalprà

LAVARONE. Dopo l'annuncio ufficiale che Lavarone sarebbe stata sede d'arrivo della della 17esima tappa del Giro d'Italia su tutto l'Altopiano si è sparsa, tra gli abitanti e gli operatori, una gioia immensa.

«È il risultato di una collaborazione aperta e costruttiva tra le varie istituzioni, tra l'pt Alpe Cimbra e quella della Valsugana, tra le municipalità e con Trentino Marketing, emanazione della Provincia» sottolinea Flavio Bertoldi, uno degli operatori più in vista del luogo nonché presidente della Turismo Lavarone.

Cosa significa per l'Alpe Cimbra ed in particolare per Lavarone aver raggiunto questo obiettivo?

«Se guardiamo nel suo insieme, la tappa che porterà la carovana rosa a Lavarone la si può definire splendida, selettiva, dura. È sicuramente tra le tre tappe più significative dell'edizione 2022. Per il nostro Comune è un riconoscimento, molti hanno lavorato affinché questo progetto potesse trovare conferma. È un grande passo per altri sogni ed obiettivi. Non possiamo dimenticare il messaggio turistico che scaturisce da un evento del genere, saranno collegati 800 milioni di spettatori nel mondo, potranno vedere ed ammirare la bellezza di questi territori, la Valsugana e l'Alpe Cimbra. Ora ci aspetta il compito di organizzarci, di dimostrare che siamo all'altezza dell'appuntamento. Ma su questo non ho dubbi», dichiara Isacco Corradi, primo cittadino di Lavarone. E chi non sta nella pelle per il risultato conseguito è la direttrice dell'Apt Alpe Cimbra/Vigolana Daniela Vecchiato.

«Straordinario! Il Giro d'Italia è un palcoscenico unico, è un obiettivo che si è raggiunto collaborando tra varie istituzioni. Un grazie alla Provincia, grazie al presidente Maurizio Fugatti, che con Trentino Marketing ed il suo ceo Maurizio Rossini è riuscita a far quadrare il cerchio. Grazie anche a Rcs, al suo direttore Mauro Vegni, che dopo aver ispezionato i percorsi ha considerato la salita del Menador (Kaiserjeagerstrasse, ndr) un qualcosa di unico e superlativo, sia per suggestione del panorama ma anche per la storia che racchiude».

Il Giro fece tappa a Lavarone nel 1964, tappa Pedavena-Lavarone Chiesa, e a vincere fu un giovane spagnolo, Angelino Soler.

Quell'anno a Milano in rosa arrivò Jacques Anquetil. Il ricordo però corre anche a Gino Bramieri e Mike Buongiorno, che nell'occasione intrattennero il pubblico ed i tifosi fino a notte tardi nella maestosa piazza di Chiesa.

Da sottolineare come Fernando Cetto, personaggio emblematico a cavallo tra Levico e Lavarone, propose l'arrivo di tappa a Lavarone già nel 2015.

«Si è seminato, ora è tempo di raccogliere. È chiaro che l'obiettivo principale è quello di collegare gli altipiani cimbri con la Valsugana tramite una funivia. Inoltre nel Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) è racchiuso un capitolo che riguarda i piccoli Comuni per investimenti in ciclabili e collegamenti alternativi. In questo potrebbe rientrare il ripristino della Val Careta», sottlinea Cetto. Nella tappa del Giro non si tocca Luserna/Lusérn, che resta nonostante la sua peculiarità, ai margini, ma sicuramente potrà godere di una finestra mediatica di spessore.

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