Olimpiadi / L'oro

Ruggero Tita e Caterina Banti: "Il nostro segreto per l'oro? Siamo super coordinati e super sincronizzati"

Il velista trentino e la sua sua compagna di avventura commentano la storica medaglia nella classe mista Nacra 17: "Ha pagato la costanza in tutte le regate. Ha pagato tutto quello che abbiamo fatto in questi cinque anni"

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TRENTO. Il segreto dell'oro olimpico del trentino Ruggero Tita e della romana Caterina Banti? "Siamo super coordinati e super sincronizzati", hanno spiegato i due velisti ai microfoni Rai.

La loro medaglia d'oro nella classe mista Nacra 17 della vela, cioè le barche superveloci e quasi "volanti", è storica per diverse ragioni.

Si tratta della prima di un trentino ai GIochi olimpici estivi (nelle discipline invernali invece, come noto, se ne contano diverse) ma anche della prima per l'Italia in una competizione olimpica "mista", uomo e donna. Non bastasse, è pure la prima medaglia nella vela dopo 13 anni di astinenza.

Tita e Banti sottolineano che questa medaglia è il premio per un "lavoro costruito in questi cinque anni".

Negli ultimi anni "ci sono stati - hanno aggiunto - anche momenti di difficoltà, ma di medaglie ne abbiamo vinte tante e siamo venuti qui per ritarare quella più importante. E' una grande emozione, siamo contenti".

Tita e Banti hanno evidenziato di essere "andati in barca senza pensare alla medaglia. Il campo si adattava bene alle nostre peculiarità. Ha pagato la costanza in tutte le regate. Ha pagato tutto quello che abbiamo fatto in questi cinque anni".

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