Capitan Forray lancia l'Aquila: «Siamo messi bene, ma guai mollare»

Quel +13 del rapporto plus/minus è un dato di tutto rispetto: con lui in campo l’Aquila ha volato (e scusate se ci ripetiamo). Gran protagonista della vittoria della Dolomiti Energia a Reggio Emilia - assieme a Baldi Rossi e ad un ottimo Sutton - è stato Toto Forray. In un domenica in cui Aaron Craft è stato pesantemente condizionato dai falli, il capitano ha affiancato e poi sostituito il play americano, aggredendo le guardie avversarie, fiondandosi in un paio di bei contropiedi e dando i ritmi giusti in attacco alla squadra.


Capitano, questa nuova Aquila non finisce più di stupire, o sbaglio?

«In effetti ci stupiamo anche noi di quello che stiamo ottenendo. È stata una bella vittoria. Di carattere».

L’aver sfatato il tabù del PalaBigi dal punto psicologico rende più grande la vittoria?

«Certamente. A ben guardare, a Reggio avevamo già vinto in Eurocup, e forse la pressione la sentivamo meno che quando abbiamo giocato e vinto a Venezia. In ogni caso era una partita importante perché abbiamo raggiunto e superato (per via della differenza canestri, ndr) Reggio in classifica».

La cosa che le è piaciuta di più della partita?

«La reazione nel terzo quarto. Nel primo tempo non eravamo riusciti ad imporre il nostro gioco, ma siamo comunque stati bravi a non farli andare via».

Poi negli spogliatoi è successo qualcosa di particolare?

«No. Abbiamo parlato, il coach ha cercato di spronarci ad imporre il nostro gioco. È andata bene».

Una delle caratteristiche che risaltano di questa squadra è che ad ogni partita emerge un protagonista diverso.

«È perché riusciamo a muovere bene la palla, non ci sono egoismi, si gioca per il giocatore più in forma o che crea più vantaggi in quella partita. Questo è sinonimo di grande altruismo, nessuno si crede sopra gli altri».

Dopo 5 vittorie di fila e record societario eguagliato, la domanda è d’obbligo: fin dove potete arrivare?

«Adesso pensiamo alla partita di sabato sera contro Caserta al PalaTrento. Dove arriveremo lo vedremo a fine campionato».

L’impressione è che contro il ritmo forsennato che state imponendo su ogni campo nessuno abbia ancora trovato il giusto rimedio. Che ne pensa?

«Diciamo che abbiamo trovato un’ottima chimica, stiamo bene fisicamente e ciò ci permette di essere aggressivi. Giocando con 8 o 9 giocatori possiamo permetterci di tenere l’intensità sempre alta e per gli altri non è facile giocarci contro».

Più forte l’Aquila di quest’ultimo periodo o quella dell’anno scorso con Wright e Pascolo?

«Si tratta di squadre diverse in campionati diversi: impossibile fare una classifica».

Personalmente si trova in un ottimo periodo. È così?

«Mi trovo bene nel nuovo ruolo. Mi è servito un po’ di tempo per adattarmi, ma ho sempre dato la mia completa disponibilità al coach, mettendo in ogni occasione la squadra davanti a tutto. È stato un sacrificio, ma fatto più che volentieri. Ora sto bene fisicamente, e si vede. Cerco di dare il mio contributo, come del resto stanno facendo tutti i compagni di squadra».

Con Milano sicura e Avellino e Venezia ancora davanti a voi, tra le altre squadre in lotta per un posto nei playoff chi vede meglio?

«Noi ora siamo messi bene, ma anche Reggio e Sassari lo sono, classifica alla mano. In ogni caso ci sono davvero troppe squadre in pochi punti per immaginare di potersi rilassare. Capo d’Orlando e Pistoia stianno dimostrando di poter vincere dappertutto, ma la stessa cosa vale anche per Brescia, basta vedere cosa ha fatto contro Avellino. Ma anche le altre sono pericolose, Torino, Brindisi, Caserta, che è un po’ più indietro ma ha in organico giocatori come Diawara e Sosa. Secondo me dipenderà tutto dalla tenuta mentale».

A proposito di testa, voi date l’impressione di essere davvero molto sicuri di voi stessi. È così?

«Sappiamo di essere in un buon momento, inutile nasconderlo, ma sappiamo anche che abbiamo iniziato non bene il campionato e che in tanti non parlavano bene di noi. Non credevamo di essere i peggiori allora, e nemmeno di essere i migliori ora».

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