Degenkolb è un fulmine, bruciato il bis a Kristoff

La Milano-Sanremo 2015 parla tedesco. Ha vinto in volata John Degenkolb di potenza. Il 26enne tedesco della Giant-Shimano ha strappato la vittoria al norvegese Alexandr Kristoff che a cento metri dall'arrivo già pregustava un prestigioso bis, dopo il trionfo del 2014. Terzo, l'australiano Michael Matthews.
Per i colori italiani non è andata malissimo: Niccolò Bonifazio è quinto, Davide Cimolai ottavo. La quarta piazza è di Peter Sagan slovacco, ma da molti anni trapiantato in Italia.
«È il momento più alto della mia carriera, non posso credere a quanto fatto. È stato incredibile vincere così in via Roma, sono felicissimo. Erano 5 anni che provavo a vincere questa gara. L'anno scorso stavo andando benissimo, ma mi fermò una foratura. Questa volta non mi ha fermato nessuno», le prime parole di giubilo del teutonico, professionista nel 2011 e maglia verde all'ultima Vuelta a Espana.
Eppure la Katusha aveva fatto le cose per bene: non si era fatta impressionare dallo scatto di Gallopin dopo il Cipressa, aveva tenuto sotto controllo lo scatto di Thomas e del nostro Daniel Oss (eccellente la sua Sanremo) all'imbocco del Poggio, non si era allarmata quando, nel finale, ci avevano provato prima Gilbert, scivolato poi in curva assieme all'iridato Kwiatkowski e a Stybar, e poi Van Avermat.
Alexander Kristoff, il campione uscente, aveva sofferto un po' in precedenza per poi riportarsi nel gruppone dei migliori. Paolini ha fatto di tutto per tenerlo al coperto, sino allo sprint conclusivo, dove l'ha lasciato al vento forse troppo presto. Una lunga volata che il norvegese prendeva in testa, mettendo sui pedali tutta la sua potenza.
Degenkolb, però, sfruttava il suo lavoro e lo superava nei pressi della linea del traguardo, relegandolo al secondo posto e riportando la Germania nell'albo d'oro dopo i fasti di Erik Zabel (quattro affermazioni, l'ultima nel 2001) e l'acuto di Ciolek nel 2013.
Terzo l'australiano Michael Matthews (Orica-GreenEdge), quarto uno dei grandi favoriti della vigilia, Peter Sagan (Tinkoff-Saxo), che manca ancora l'appuntamento con il trionfo. Così come il suo rivale della vigilia, lo svizzero Fabian Cancellara (Trek), settimo al traguardo. Due gli italiani della Lampre-Merida nella top ten: Niccolò Bonifazio è quinto, Davide Cimolai ottavo. Poca gloria per il campione italiano Vincenzo Nibali (Astana), che non è riuscito a dare la zampata sul suo terreno preferito, la salita. Da segnalare, in una giornata dal meteo poco primaverile, anche gli allunghi di Pirazzi e Bono sulla rampa del Capo Berta e una caduta a cinque sulla successiva discesa, con il danese Jensen a terra sanguinante con un taglio alla tempia sinistra.
In chiave trentina la «Classicissima», come anticipato sopra, ha detto bene solo a Daniel Oss. Il passista della Bmc con un attacco a 17 chilometri dall'arrivo, si è regalato l'emozione di percorrere in testa gran parte del Poggio in coppia con l'inglese della Sky Geraint Thomas prima del furioso ritorno del gruppo dei migliori. Corsa anonima invece per Moreno Moser (foto) e Cesare Benedetti, rimasti nella pancia del gruppo e finiti ad oltre 11 minuti dal vincitore.

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