Trentino Volley, sponsor a rischio: fallisce società del gruppo Energy TI

di Guido Pasqualini

Il tribunale di Roma ha dichiarato il fallimento della E2 Gas&Power, nuovo nome della Energy Trading International, principale società operativa del gruppo Energy Ti di Roberto Giuli, sponsor della Trentino Volley. La società che sponsorizza la squadra trentina non è però quella fallita ma la capogruppo Energy Ti Group. Che nel frattempo, con un'assemblea straordinaria il 22 dicembre scorso, ha trasferito la propria sede da Roma in Lussemburgo, dove già aveva sede la controllante K&D Development Sarl. Per quanto riguarda Energy Trading International, il giro d'affari aveva toccato i 300 milioni di euro, ma i debiti erano arrivati a 236 milioni e nel bilancio 2013, bocciato da sindaci e revisori, era emersa una perdita di 130 milioni.


Con Energy TI Group, invece, Giuli aveva firmato gli accordi di sponsorizzazione non solo della Trentino Volley ma anche del Parma calcio, con tanto di partecipazione societaria al 10%. Un'altra avventura questa del Parma finita male, anche se in questo caso Giuli è dalla parte di chi è ricorso contro la società sportiva per gravi irregolarità nella governance.


«La società fallita non è quella che ci sponsorizza - afferma da parte sua il presidente della Trentino Volley, Diego Mosna, raggiunto telefonicamente di ritorno dalla Valtellina - ma non per questo sono tranquillo. Non ero informato sulle ultime novità. Ho chiamato il legale della società che mi ha rassicurato, ma dirò la verità: non sono preoccupato, lo sono di più».
I pagamenti previsti dall'accordo di sponsorizzazione da parte dell'Energy TI sono regolari?
«Sono regolari i pagamenti di tutti gli stipendi, mensilità di marzo compresa. Ma i soldi dello sponsor arrivano con enorme ritardo. Stiamo cercando una soluzione».
In che senso, presidente?
«Nel senso che se lo sponsor non si dimostra affidabile, non è possibile andare avanti. Con Energy TI Group abbiamo firmato un accordo triennale ma, viste le condizioni attuali, stiamo discutendo una via d'uscita. Se non ci sono garanzie, nostro malgrado chiuderemo anticipatamente il rapporto. Altro, almeno per il momento, non posso dire altro».

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