Arco, al Beppe Viola trionfo Juventus

Trionfa la Juventus nel 43° Trofeo «Città di Arco-Beppe Viola», il più prestigioso torneo a livello nazionale della categoria allievi. Niente da fare per il pur volenteroso Chievo, che deve arrendersi ad una prestazione a dir poco maiuscola dei bianconeri di mister Ivano Della Morte, comprensibilmente raggiante a fine gara per il 5 a 1 rifilato dai suoi ragazzi ai veronesi. A trascinare i piemontesi, al sesto successo nel torneo arcense, il metronomo Stefano Pellini, giustamente eletto miglior giocatore della rassegna

Trionfa la Juventus nel 43° Trofeo «Città di Arco-Beppe Viola», il più prestigioso torneo a livello nazionale della categoria allievi. Niente da fare per il pur volenteroso Chievo, che deve arrendersi ad una prestazione a dir poco maiuscola dei bianconeri di mister Ivano Della Morte, comprensibilmente raggiante a fine gara per il 5 a 1 rifilato dai suoi ragazzi ai veronesi. A trascinare i piemontesi, al sesto successo nel torneo arcense, il metronomo Stefano Pellini, giustamente eletto miglior giocatore della rassegna del Garda Trentino, e Alessio Sallustio, punta che non ha fatto per niente rimpiangere lo squalificato Niccolò Pozzebon. Acclamato a gran voce dalla tribuna gremita, ad assistere alla finalissima c'era anche Cesare Prandelli, il commissario tecnico della Nazionale che poi ha ricevuto il premio giornalistico «Beppe Vi ola»: «Le capacità organizzative del Comitato di Arco le conosciamo tutti – ha dichiarato nell'intervallo il ct azzurro – quindi mi sembrava giusto essere qui per testimoniare la nostra vicinanza al mondo del calcio giovanile».

 

Tornando alla partita in senso stretto, c'è da dire che la Signora inizia subito ai "mille" all'ora. La prima azione in realtà è clivense (inserimento di capitan Depaoli tamponato dall'uscita dell'attento Del Favero), ma ci impiega poco la Juve a mettere le cose in chiaro. Vitale gonfia la rete al 4', ma Bellutti (collaboratore dell'arbitro Chiffi) alza la bandierina per segnalare la posizione irregolare del numero 8 bianconero. Il gol, quello vero, arriva meno di un minuto dopo, quando Sallustio ruba palla e trafigge Salsano dal limite. All'11' il raddoppio, ancora grazie al numero 11 bianconero, che insacca con un perfetto rasoterra, concretizzando un perfetto lavoro di Udoh, abilissimo nel controllo e nella sponda per il compagno. Il Chievo prova a reagire con bomber Ngissah, che salta Santomauro ma poi si dimentica del sinistro, tentando un improbabile esterno destro da posizione defilata. Al 25' la netta superiorità bianconera sublima nell' eurogol di Pellini dalla distanza, con la Juve che poi va più volte vicina al poker con lo stesso numero 4, oltre che con Clemenza e Vitale. Prima dell'intervallo, una prodezza di Salsano ricaccia l'urlo in gola a Sallustio.

 

Nella ripresa, l'allenatore gialloblù Fioretto prova a mescolare le carte in tavola e il Chievo sembra avere tutt'altra marcia rispetto al primo tempo. Un fallo di mano in area di Venturello al 4' regala a Bismark Ngissah la possibilità accorciare le distanze e di siglare il settimo gol nel torneo, sigillando così il titolo di capocannoniere. La speranza veronese dura poco, perché meno di cinque minuti più tardi Pogliano commette un fallo da «rosso» diretto, con Chiffi che sembra inizialmente concedere il rigore. In realtà è solo punizione dal limite, ma ci pensa Clemenza a risolvere la questione battendo Salsano sul suo palo. La gara di fatto si chiude qui, con la Juve che controlla senza affanni ogni timido tentativo del Chievo, squadra che si copre preferendo non rischiare la figuraccia, così per i ragazzi di Della Morte il compito è fin troppo semplice. Nel finale, Vitale raccog lie una respinta di Salsano su tiro di Udoh e deposita in rete il gol di un 5-1 forse troppo severo per gli scaligeri.

 

A fine gara, euforico Della Morte, che elogia tanto i suoi ragazzi, quanto la società: «I miei giocatori sono stati straordinari, dal primo all'ultimo. La presenza in tribuna dei nostri dirigenti, tra cui Gianluca Pessotto, certifica il fatto che la società crede nel nostro lavoro, ma questa non è una novità. I risultati si vedono, anche se il nostro obiettivo principale è quello di far crescere i ragazzi in prospettiva». Sull'altro fronte, Fioretto mastica amaro per l'inizio titubante dei suoi, riconoscendo la superiorità dell'avversario e nel contempo l'ottima figura fatta dal suo Chievo in riva al Garda Trentino.

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