Salute / Montagna

Torna l’allarme zecche nei boschi del Trentino: tutto quello che bisogna sapere

Con il ritorno del caldo, aumenta il rischio di essere attaccati dai piccoli parassiti, che infestano prati e arbusti. Potenziali vettori di infezioni come la Tbe e la più grave malattia di Lyme, bastano una serie di accortezze per prevenirne i danni

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TRENTO. É in tarda primavera e durante l'estate che si può riscontrare la massima presenza di zecche nei boschi del Trentino, fino a 1.200 metri di altitudine circa. Si apre quindi dalle prossime settimane il periodo di maggiore allerta per minimizzare i danni causati dalle punture degli artropodi, che si nutrono del sangue di umani e animali. 

Dal morso di un parassita infetto, si ricorda, possono derivare conseguenze anche molto gravi per la salute: nell'immediato un'infezione di Tbe, l’encefalite da zecca, con sintomi forti similinfluenzali. Nel medio-lungo termini la subdola e gravissima malattia di Lyme, che si può prevenire, in caso di contagio, individuandone precocemente i sintomi e avviando subito una antibiotico terapia mirata.

Negli ultimi anni, in concomitanza all’aumento registrato della popolazione dei parassiti, sono cresciuti anche di casi attestati di malattia. Per quanto riguarda la Tbe, dal 2000 al 2020 sono stati registrati 204 casi, con una media annuale di 9,7 contagi, ma nel solo 2020 sono stati registrati 32 casi.  La malattia di Lyme è presente invece nel 16% delle zecche e dal 2000 al 2020 i casi noti sono stati 372 con una media quindi di 17 casi l'anno; due anni fa la media era salita a 41. La Tbe - spiega l'Apss - inizialmente è una malattia simile all'influenza anche se, talvolta, può evolvere in una forma più grave , come meningite o encefalite. In alcuni casi può lasciare danni permanenti al sistema nervoso. I casi di Tbe propriamente detti, cioè con sintomatologia neurologica, rappresentano in genere il 25% delle infezioni che sono in gran parte asintomatiche o causano una forma detta "cefalea febbrile", senza progressione della sintomatologia al sistema nervoso.

È il periodo delle zecche: ecco come difendersi ed evitarle

In tarda primavera e durante l'estate si assiste di solito al picco di presenza delle zecche nei nostri boschi, fino a 1.200 metri di altitudine circa. Le zecche possono trasmettere gravi malattie: per combatterle, l’arma migliore è prevenire le punture. Ecco come.

La prevenzione diventa quindi essenziale: in Trentino la vaccinazione contro l'encefalite da zecca è gratuita e disponibile, e va prenotata tramite Cup. É poi possibile cercare di evitare di essere punti camminando su sentieri aperti, evitando contatti diretti con l'erba alta e le zone umide e ricche di cespugli, ambienti in cui è più probabile che si annidino i parassiti. Evitare quindi di sedersi o sdraiarsi direttamente sul prato.

Anche la scelta del vestiario adatto può contribuire a ridurre i rischi di puntura: è preferibile, infatti, indossare vestiti di colore chiaro, che permettano di individuare più facilmente l’eventuale presenza degli animali, e coprire gambe e braccia durante le escursioni. Sulla pelle è possibile applicare repellenti specifici per insetti, magari a base di Deet. 

Ad ogni modo, al termine di ogni escursione, anche su sentiero, è fondamentale controllare scrupolosamente il proprio corpo e quello dei bambini perché la presenza delle zecche sulla cute non viene percepita. Bisogna prestare attenzione principalmente a  rigonfiamenti e puntini neri in rilievo sulla pelle, coscienti del fatto che la maggior parte delle  zecche può avere dimensioni minime. Tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia e sui fianchi.

Nel caso di individuazione di una o più zecche, i parassiti vanno rimossi al più presto. Per farlo va usato possibilmente lo strumento ad hoc (si trova facilmente in farmacia) che le aggancia e con una torsione in senso antiorario le estrae completamente evitando di romperle. Non utilizzare disinfettanti o alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati per soffocare la zecca, perché si rischia di provocare un rigurgito di materiale infetto e un ulteriore affondamento del parassita nella pelle dell’ospite.

Attenzione anche agli animali domestici, specie cani e gatti, a loro volta esposti a rischi sanitari da morso di zecca.

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