Salute / Bambini

Da gennaio 114 bimbi ricoverati per bronchiolite, il primario: «Ora sono dieci in pediatria e tre in neonatologia»

In 23 casi è stato necessario il ricovero in terapia intensiva e un piccolo è stato intubato: «Ma tutto si è risolto positivamente. I numeri si riferiscono a bambini nati sani, perché quelli nati prematuri già oggi vengono trattati con il monoclonale che li protegge dal virus» 

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di Patrizia Todesco

TRENTODall'inizio dell'anno nei reparti di pediatria di Trento e Rovereto sono stati ricoverati 114 bambini per bronchiolite da virus respiratorio sinciziale. Un numero decisamente elevato considerato che 23 di questi sono dovuti transitare per la terapia intensiva in quanto le loro condizioni erano particolarmente gravi.

L'allarme era stato lanciato sabato 17 febbraio nel corso del convegno organizzato dai pediatri sui vaccini e sulla necessità di proteggere i bambini dalle malattie infettive. La conferma dell'elevato numero di casi anche in Trentino è arrivata dal dottor Massimo Soffiati, primario di pediatria e neonatologia. «Tutti i 114 casi registrati in questo primo mese e mezzo dell'anno si sono risolti in maniera positiva anche se abbiamo avuto 23 piccoli pazienti in terapia intensiva e in un caso è stato necessario intubare».

Numeri significativi non solo per l'impatto sui piccoli e sulle famiglie, ma anche dal punto di vista organizzativo considerato il gran numero di posti letto occupati durante la stagione invernale da questi pazienti che in alcuni casi hanno poche settimane di vita. E nonostante il picco influenzale sia passato e le temperature siano in rialzo il numero di ricoveri per questa patologia è ancora elevato. «Al momento abbiamo 10 pazienti ricoverati per virus sinciziale in pediatria e 3 in neonatologia. Numeri ancora elevati, ma inferiori a qualche settimana fa quando avevamo picchi di 10/12 nuovi ingressi al giorno con conseguente grosso impegno per il personale», spiega Soffiati.

A differenza della stagione 2022/2024 in cui questo virus aveva avuto la sua massima diffusione nel tardo autunno, quest'anno i numeri maggiori si sono avuti nelle prime settimane del 2024. «I ricoveri si riferiscono a bambini nati sani considerato che fragili e prematuri già vengono trattati con un monoclonale che li protegge da questo virus». Visto l'impatto della malattia sul reparto, anche il primario Soffiati è favorevole all'arrivo del nuovo monoclonale già approvato dall'Ema da somministrare in via preventiva a tutti i nuovi nati. Farmaco utilizzato con ottimi risultati in Spagna e in altri paesi e che si spera che entro fine 2024 arrivi anche da noi.

Secondo le previsioni per poter proteggere adeguatamente l'intera coorte dei nuovi nati, la somministrazione di questo nuovo monoclonale è da effettuare direttamente in ambito ospedaliero, prima della dimissione dal reparto di maternità, per tutti i bambini nati nel periodo epidemico ottobre-marzo. I bambini nati in periodo aprile-settembre dovrebbero essere, invece, immunizzati passivamente ad ottobre dell'anno di nascita a cura dei servizi territoriali e del proprio pediatra di libera scelta.

Il virus respiratorio sinciziale determina un'infezione virale che può colpire in qualsiasi stagione della vita, ma la clinica dipende dall'età del paziente. Nell'adulto sano si manifesta con un banale raffreddore. Nel bambino in età scolare può dare una sintomatologia respiratoria simile all'influenza mentre diventa più pericoloso sotto i due anni di età e soprattutto sotto l'anno, perché provoca la bronchiolite. Provoca cioè un'infiammazione dei bronchioli, la parte terminale delle vie respiratorie. A causa una forte produzione di muco, risulta difficoltoso il passaggio di ossigeno. Ecco perché la disponibilità di un farmaco in grado di prevenire la patologia è fondamentale soprattutto perché attualmente non esiste una terapia specifica.

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