Sanità / L’allarme

Resistenza agli antibiotici, Italia maglia nera in Ue. I medici trentini: “Rischi per il futuro”

Convegno a Trento su questo problema, gli esperti concordano: “Grandi rischi per il futuro, bisogna limitarne al più presto l’uso ed educare i cittadini sul corretto utilizzo di questi farmaci”

TRENTO. Per il presidente dell'Ordine dei medici di Trento Marco Ioppi, la resistenza agli antibiotici sarà la prossima emergenza sanitaria. Per questo a Trento si sono riuniti in 180 tra medici, infermieri, veterinari e farmacisti nella convinzione che - per affrontare questo problema - ognuno deve fare la sua parte. La resistenza agli antibiotici è attualmente un'emergenza diffusa su scala mondiale. Gli antibiotici sono farmaci salvavita e la loro scoperta è fra i più importanti progressi del XX secolo. Tuttavia, il loro uso improprio è purtroppo diffuso in tutti gli ambienti sanitari.

Il convegno organizzato dall'Ordine dei medici chirurghi e Odontoiatri di Trento aveva l'obiettivo di sensibilizzare operatori sanitari e cittadini all'uso consapevole di questi farmaci. Ma come è stato specificato nell’incontro non bastano prescrizioni corrette per arrestate il problema.

Sulla situazione in Trentino è intervenuto Claudio Scarparo, direttore dell'unità operativa di microbiologia dell'Apss. «Il dato Trentino, rispetto a quello nazionale, che però non è ottimale visto siamo ai primi posti a livello Europeo, è sicuramente migliore. Chiaramente questo dato varia da microrganismo e da materiale biologico che viene valutato».

Di fronte a numeri relativamente positivi Scarparo raccomanda di mettere in atto tutte quelle attività che servono per ridurre la antimicrobico resistenze a livello ospedaliero. E quali sono queste attività? «Primo è l'utilizzo corretto degli antibiotici, secondo il controllo delle infezioni e quindi del paziente perché il microrganismo non si diffonda, poi c'è la formazione del personale sanitario e per ultimo procedure confacenti allo stato di infezione di quel determinato paziente».

Su tutto quello che l'Azienda sanitaria sta facendo sul fronte dell'uso corretto degli antibiotici è intervenuta la dottoressa Annalisa Campomori, direttrice della Farmacia ospedaliera, che ha spiegato come vi sia un monitoraggio costante sul tipo di antibiotici utilizzati in ospedale e quanto sia importante anche il dosaggio e la durata della cura.

Il monitoraggio riguarda soprattutto l'utillizzo degli antibiotici classificati come " Reserve", ossia riservare al trattamento delle infezioni da germi multiresistenti. Al S. Chiara questa tipologia rappresenta il 5,9% del totale, ma questo dato è in aumento. Gli antibiotici della categoria "Reserve" dovrebbero infatti essere usati quando tutti gli altri antibiotici hanno fallito. Le prove scientifiche mostrano che per ottimizzare l'uso degli antibiotici e ridurre la resistenza, è infatti necessario aumentare la proporzione degli antibiotici "Access" ad almeno il 60% del consumo nazionale e ridurre l'uso di quelli a maggior rischio di sviluppo di resistenza delle categorie "Watch" e "Reserve".

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