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Auto-trapianto di cellule staminali per i pazienti affetti da patologie del sangue: ora è possibile anche a Trento

Segnana: “Garantire la possibilità di sottoporsi a trapianto di midollo autologo presso il nostro ospedale di Trento a pazienti trentini, affetti da patologie oncoematologiche, rappresenta la miglior risposta a quanti affrontano il difficile cammino della malattia e della cura”

TRENTO. Questo pomeriggio, alla presenza dell’assessore alla salute Stefania Segnana, del direttore generale dell’Apss Antonio Ferro, della direttrice del Dipartimento medico Susanna Cozzio, della responsabile della Struttura dipartimentale di ematologia del servizio ospedaliero provinciale Anna Guella, è stata presentata la nuova attività di trapianto autologo con cellule staminali per i pazienti affetti da patologie del sangue. Alla conferenza stampa ha preso parte anche Roberto Valcanover, il presidente dell’Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma (Ail) del Trentino che da molti anni sostiene i progetti dell’ematologia pediatrica e adulti.

«È un orgoglio oggi condividere questo importante traguardo per la sanità trentina – ha sottolineato l’assessore alla salute Stefania Segnana – insieme ai medici, ai pazienti e a tutto lo staff dell’Ematologia al quale va il nostro grazie sincero per la determinazione con cui hanno perseguito questo risultato da tanti anni atteso. Garantire la possibilità di sottoporsi a trapianto di midollo autologo presso il nostro ospedale di Trento a pazienti trentini, affetti da patologie oncoematologiche, rappresenta la miglior risposta a quanti affrontano il difficile cammino della malattia e della cura. Per la presa in carico dei malati oncologici, in particolare, e dei loro familiari è fondamentale esser riusciti a mettere a regime un trattamento simile che conferma l’efficienza e la passione dei professionisti sanitari che quotidianamente lavorano in Trentino. Innovare in campo sanitario è la strada giusta per dare risposte di prossimità ai malati e tutto questo è fattibile grazie all’impegno di tutti i nostri sanitari. A tutti loro, ai pazienti e ai loro famigliari, alle diverse associazioni di volontariato che supportano e affiancano i malati nei loro percorsi di cura giunga la riconoscenza mia personale e di tutta la comunità trentina».

Nel corso della conferenza stampa il direttore generale di Apss Antonio Ferro ha affermato: «È motivo per me di grande soddisfazione annunciare che Apss, attraverso la Struttura dipartimentale di ematologia del Servizio ospedaliero provinciale, ha trattato i primi cinque pazienti affetti da patologie ematologiche utilizzando la procedura di auto-trapianto di cellule staminali emopoietiche. Quello che presentiamo oggi è una nuovo percorso di cura che offre la possibilità per i pazienti trentini di essere assistiti vicino a casa evitando spostamenti fuori provincia che a regime prevede la presa in carico di una quarantina di pazienti all’anno. Una nuova possibilità di cura a cui si è arrivati dopo un lungo percorso di accreditamento della nostra struttura di ematologia da parte di organismi nazionali e internazionali e per questo voglio ringraziare tutto il personale che si è speso per far sì che questo importante risultato diventasse realtà». 

Susanna Cozzio, direttrice del Dipartimento medico, nel suo intervento ha messo in luce il ruolo dell’Ematologia all’interno del Dipartimento di medicina, una struttura con undici posti letto in cui oggi lavorano otto ematologi e figure infermieristiche con competenze specifiche. «Una struttura – ha affermato Cozzio – che si intregrerà nella rete oncologica in via di definizione in modo da garantire una cura dei pazienti oncologici e oncoematologici di prossimità che abbia quindi una regia nella struttura dipartimentale ma con la possibilità per i pazienti di essere curati nell’ospedale vicino al proprio domicilio».

L’auto-trapianto di midollo ossia il trapianto di cellule staminali emopoietiche è un trattamento consolidato, attuato da molti anni, nei reparti di ematologia, come terapia indicata nei pazienti giovani affetti da mieloma multiplo e come terapia di salvataggio nei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin o linfomi non Hodgkin. Il trapianto autologo è il momento finale di un percorso che dura alcuni mesi e che prevede vari cicli di chemio-immunoterapia, con l’obiettivo di ridurre al massimo la quantità di malattia. Con uno di questi cicli di terapia si vanno anche a raccogliere le cellule staminali dello stesso paziente che vengono congelate con un’apposita sostanza criopreservante fino al momento in cui sarà prevista la reinfusione.

Le cellule così congelate e conservate possono sopravvivere diversi anni. Il percorso si conclude con la procedura di auto-trapianto che consiste nella somministrazione di una chemioterapia ad alto dosaggio seguita dalla reinfusione delle proprie cellule staminali emopoietiche precedentemente raccolte. Queste consentono di ripopolare il midollo osseo riducendo quel periodo più delicato per il paziente, di abbassamento del valore dei globuli bianchi, delle piastrine e dei globuli rossi, e pertanto i potenziali rischi di infezione ed emorragia connesse con la procedura.

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