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Generazione "sandwich": sessantenni protagonisti nell'educazione dei nipoti, ma hanno pure i loro genitori da accudire

L’analisi dalla giornata di convegno organizzata dalla Cisl al Festival della Famiglia: dopo i 65 anni, tanti trentini attivi e impegnati nel volontariato. Ma sono anche le «colonne» delle famiglie

di Lorenzo Basso

TRENTO. Gli over 65 trentini sono particolarmente attivi, sia sul piano del volontariato sociale, sia per quanto riguarda la famiglia, aiutando i propri figli economicamente e anche nella crescita dei nipoti. Il dato è emerso nell'ambito dell'ultima giornata del Festival della famiglia di Trento, in occasione dell'incontro intitolato «Famiglia sandwich: tra nonni, figli, nipoti», organizzato dalla Federazione nazionale dei pensionati Cisl del Trentino.

L'incontro, introdotto dalla segretaria regionale, Tamara Lambiase, è stato organizzato con l'obiettivo di promuovere un confronto sul nuovo modello di famiglia che si sta affermando, dove le persone pensionate, in particolare le donne, si trovano sempre più schiacciate tra figli, nipoti piccoli e genitori anziani, con un aumento significativo dei carichi di responsabilità individuali.

«Sempre di più - ha spiegato Lambiase, in apertura - rileviamo come vi siano persone che, dopo i sessant'anni si trovano ad avere tre generazioni sulle spalle: i genitori ormai in età avanzata, i figli e i nipoti. Negli ultimi anni, notiamo come vi sia una parte sempre più ampia di uomini che si assumono impegni di carattere famigliare, ma nella grande maggioranza dei casi il lavoro è sulle spalle delle donne».Secondo i dati Ispat presentati durante l'incontro, dall'inizio degli anni Ottanta la popolazione è in continua crescita (escludendo il 2020, anno di pandemia) grazie al saldo migratorio positivo.

Tuttavia, da diversi anni il numero dei nati è nettamente inferiore a quelli dei deceduti. Il territorio trentino, inoltre, negli ultimi anni ha perso attrattività per il lavoro, mentre anche i giovani trentini sono sempre più propensi a muoversi in ambito comunitario per migliorare le proprie condivisioni di vita. Nel 2030 si stima che la popolazione anziana sarà il 25%, a fronte di una percentuale di giovani inferiore al 13%.

Già oggi le famiglie unipersonali, cioè nuclei formati da una sola persona, sono quelle che statisticamente incidono di più.«Dobbiamo cercare di creare nuovamente una comunità responsabile - ha detto l'assessore comunale, Chiara Maule - che si faccia carico dei bisogni delle famiglie. Cerchiamo di trovare soluzioni creando reti allargate».

La ricerca Ispat ha dimostrato che gli anziani sono fondamentali per aiutare i propri figli in caso di acquisti importanti, spese impreviste e, sopratutto, cura dei nipoti. Inoltre, è emerso che le persone più propense ad avere relazioni sociali sono quelle più istruite e con maggiore sicurezza economica.

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