Pandemia / La prevenzione

Rezza: a breve la terza dose di vaccino anche per over 80 e personale sanitario

Il dirigente del ministero, intervenuto a un convegno organizzato a Trento, reputa poco realistico l'obiettivo della immunità di gregge, ma spiega che la copertura riduce sensibilmente mortalità, casi gravi e ospedalizzazioni. "In Italia già quasi l'80% della popolazione ammissibile è vaccinata"

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TRENTO. Dopo la terza dose di vaccino Covid per le persone immunodepresse, circa tre milioni in Italia, si valuterà il richiamo per altre fasce della popolazione: i "grandi anziani" e gli operatori sanitari.

Lo ha detto Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della salute, nel corso del convegno "Vaccinarsi ieri, oggi, domani. Cosa ci ha insegnato la pandemia covid-19", organizzato oggi a Trento dalla Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica.

E lo stesso ministro Roberto Speranza, poco fa ha detto: "Sulla terza dose, la giornata di ieri è stata determinante. In queste ore il ministero sta lavorando a una circolare per definire chiaramente quali saranno le categorie di fragili con cui si partirà, penso ai pazienti oncologici e trapiantati. Verrà fatto un elenco molto dettagliato. Chiusa questa fase, che non è un booster ma il completamento del ciclo vaccinale e che ci auguriamo avvenga a fine settembre, si partirà con rsa, over 80 e sanitari.

L'immunità di gregge, per quanto riguarda il virus SarsCov2, è un obiettivo non realistico, ha rilevato Rezza: a rendere improbabile l'immunità di gregge sono gli attuali vaccini "non sempre sterilizzanti" e le varianti, che hanno una parziale evasione immunitaria.

Il direttore della Prevenzione ha sottolineato che gli obiettivi attuali - già in parte raggiunti, come testimoniano i dati - sono la riduzione della mortalità, dei casi gravi, la decongestione degli ospedali e la riduzione della trasmissione.

Rezza ha quindi detto che è vicino l'obiettivo dell'80% della popolazione "ammissibile" vaccinata (cioè al netto delle categorie non ammesse al vaccino, come gli under 12), mentre i dati attuali indicano il 63% della popolazione totale vaccinata, pari a circa 38 milioni di abitanti.

Di prevenzione e misure ha parlato oggi nel convegno trentino anche Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità.

La tecnologia ha avuto un ruolo chiave nella pandemia e ha distinto la lotta al covid rispetto alle pandemie del passato. L'effetto più evidente è il rapido approdo ad un vaccino e la capacità di produrlo in quantità enormi.

Brusaferro ha sottolineato anche che la digitalizzazione ha una funzione fondamentale nella trasmissione delle informazioni e nella formazione del personale, ma come allo stesso tempo la stessa contribuisca alla rapida e facile diffusione di fake news.

Lo stesso Brusaferro ha quindi evidenziato come molte molte delle pratiche attuate per contrastare il virus ricalchino concetti già noti in passato.

Una forma di green pass - ha detto - era già stata introdotta dalla Serenissima con il controllo degli accessi dei confinanti.

La stessa mascherina, ha aggiunto, era nota e utilizzata ai tempi della peste, così come la quarantena.

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