Pandemia / Riaperture

Zaia: "Ben venga il green pass in Alto Adige e vorremmo avviarlo anche in Veneto". Intanto parte pure la val d'Aosta

Il presidente veneto appoggia l'iniziativa di Kompatscher: "Condivido quel che fanno, la loro fortuna è che hanno l'autonomia, poi vedremo se la novità sarà inquadrata anche nel prossimo decreto". I senatori autonomisti alla minbistra Gelmini: "Si tratta di una sperimentazione che poi potrebbe estendersi a tutta Italia. E in montagna non è ancora possibile lavorare per i ristoranti all'esterno: fa freddo".

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TRENTO. Sul green pass della Provincia di Bolzano "io condivido quel che fanno, la loro forutna è che hanno l'autonomia, poi vedremo se viene inquadrata anche nel decreto".

Così il presidente del Veneto Luca Zaia sulla polemica in corso fra Roma e Bolzano circa l'ipotesi di un lasciapassare sanitario in Alto Adige.

"In questo modo - ha spiegato Zaia - uno potrebbe gestirsi gli accessi con il fatto che è negativo perché vaccinato, guarito o tamponato. A quel punto riusciremmo a normare gli ingressi ai bar, in piscina, a teatro.

Ovviamente però - ha concluso - non possiamo scaricare sui cittadini il costo della loro libertà".

Sul nodo è intervenuta oggi anche la presidente del gruppo per le autonomie al Senato, Julia Unterberger a margine di un vertice cui ha preso parte anche il vicepresidente Albert Lanièce. "Questa mattina - ha detto ai giornalisti - abbiamo incontrato la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie Maria Stella Gelmini per ribadire l'importanza del green pass della Provincia autonoma di Bolzano. Il green pass non è solo uno strumento per riaprire in sicurezza il nostro territorio, è anche una sperimentazione che potrebbe poi essere usata a livello nazionale.

L'economia di montagna - prosegue Unterberger  - è stata quella più penalizzata dalle chiusure degli ultimi mesi. I nostri ristoratori, i commercianti, tutti gli operatori economici non capirebbero affatto un governo nazionale che si mette di traverso a questo tentativo di guardare in avanti in sicurezza. Ci è dispiaciuto che si sia parlato di discriminazioni e di disparità di trattamento.

Non si può incolpare Bolzano di aver sviluppato un progetto che fa i conti con le particolari condizioni climatiche.

In montagna è ancora impossibile cenare all'aperto.

Se lo Stato centrale non è ancora pronto, è assurdo che non si lasci a Bolzano la possibilità di cominciare. Sarebbe un approccio centralistico davvero senza senso. La ministra ha detto di comprendere le nostre ragioni e che porterà le nostre considerazioni al tavolo del Governo".

Durante l'incontro, spiega la senatrice altoatesina, "abbiamo affrontato anche la questione delle Commissioni Paritetiche che devono finalmente essere operative. Abbiamo ribadito l'importanza che i singoli progetti del recovery vengano gestiti a livello provinciale.

E abbiamo evidenziato la necessità, con il prossimo decreto Sostegni, di potenziare le risorse a favore della montagna, a partire da un calcolo delle perdite di fatturato che tenga conto del primo trimestre del 2021, periodo nel quale le imprese turistiche di montagna non hanno incassato un solo euro. È stato un incontro cordiale e positivo. Speriamo davvero che l'attenzione mostrata dalla Ministra possa tramutarsi in scelte utili per la ripartenza dei nostri territori".

Frattanto, anche la Regione autonoma Valle d'Aosta intende accelerare sull'istituzione di un green pass regionale.

Lo ha spiegato oggi il presidente Erik Lavevaz: "Con l'assessore alla Sanità abbiamo in corso alcune valutazioni importanti su iniziative per cercare di anticipare ciò che sta avvenendo a livello nazionale".

Il green pass "dovrebbe essere gestito da una applicazione legata al sistema informatico dell'Azienda Usl - ha detto Lavevaz - che possa permettere di avere i dati aggiornati in tempo reale e che quindi consenta un controllo immediato". 

La nostra intenzione è quella di dare ai cittadini uno strumento agile e veloce per attestare le condizioni che permetteranno di spostarsi con maggiore libertà e di accedere a servizi, a livello nazionale ed europeo. La direzione è esattamente opposta a quella di imporre vincoli", spiegano Lavevaz e Barmasse "Poiché a livello nazionale e internazionale si sta andando verso la predisposizione di un pass -  aggiungono - non vogliamo farci trovare impreparati e abbiamo avviato un approfondimento con le strutture dell'Azienda Usl che consenta ai cittadini di dimostrare con facilità di appartenere alle categorie di vaccinati, persone guarite o risultate negative al test nei tempi previsti".

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