Il bambino ha due mamme Via libera dalla Cassazione

Via libera dalla Cassazione all’iscrizione all’anagrafe di Venezia di un bambino come figlio di due donne, cittadine italiane coniugate all’estero, una delle quali aveva partorito a Londra il piccolo nato con fecondazione eterologa.

L’ufficio dello stato civile britannico aveva registrato il bambino come figlio di entrambe le «mamme».

La coppia aveva chiesto di fare altrettanto agli uffici veneziani ricevendo un «no». Per gli ermellini invece, al richiesta della coppia, «non è contraria all’ordine pubblico internazionale».

Nel suo verdetto, la Cassazione non ignora ed anzi ricorda che la legge 40 sulla procreazione assistita, pur dopo gli interventi della Consulta che hanno ampliato la possibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa, prevede tuttora dei «paletti» stabilendo che «i conviventi siano di sesso diverso e che la procreazione assistita si effettui in caso di sterilità della coppia».

«Tuttavia, trattandosi di fattispecie effettuata e perfezionata all’estero e certificata dall’atto di stato civile di uno Stato straniero, si deve necessariamente affermare», è l’avviso della Suprema Corte, «che la trascrizione richiesta non è contraria all’ordine pubblico (internazionale)». A questa posizione, la Cassazione è arrivata seguendo la giurisprudenza della Corte dei diritti umani che mette in primo piano «la preminenza dell’interesse del minore nonché il suo diritto al riconoscimento ed alla continuità delle relazioni affettive anche in assenza di vincoli biologici ed adottivi con gli adulti di riferimento, all’interno del nucleo familiare»”.

«Di nuovo la Cassazione indica la strada del riconoscimento  di due genitori dello stesso sesso, nell’interesse del bambino. Lo fa facendosi strada in punta di diritto fra la giurisprudenza nazionale e comunitaria, nel rispetto delle convenzioni internazionali e dei principi della Convenzione europea dei diritti umani. Lo fa nell’assordante silenzio del Parlamento italiano che continua a ignorare la crescente presenza delle famiglie omogenitoriali e dei loro figli. Un silenzio che non potrà durare a lungo, se ne facciano una ragione i reazionari di tutti gli schieramenti». Così il senatore del Pd Sergio Lo Giudice saluta la sentenza della prima sezione civile della Cassazione che, ribaltando una decisione della Corte d’Appello di Venezia, ha stabilito che un bambino, nato con fecondazione eterologa da una coppia di donne italiane ma residenti e coniugate all’estero, sia iscritto all’anagrafe italiana come figlio di entrambe assumendone i cognomi.

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