Farmaci senza brevetto per 460 milioni di euro

La perdita dell’«attestato» della società produttrice abbassa i costi per i malati

Sono 29 i principi attivi che nel 2016 perderanno la protezione e il costo del brevetto, per un valore di mercato pari a circa 460 milioni di euro. La maggior parte delle scadenze riguarderà il canale ospedaliero, in particolare farmaci antitumorali, antivirali e antibiotici, per un valore di 300 milioni. È uno dei dati che emerge dall’analisi di Ims Health e segnalata sul sito di Federfarma. I farmaci, che diventeranno «generici» (contro quelli di marca, frutto delle società che li ha prodotti e che quindi ci hanno guadagnato con il brevetto) e che interessano la farmacia, riguarderanno invece un numero ridotto di molecole, pari a poco più di 100 milioni di euro in termini di mercato.

Dopo il picco del 2012, in cui erano stati 64, il numero dei farmaci che hanno perso il brevetto è andato calando (30 nel 2013, 33 nel 2014, 26 nel 2015), anche se per il 2016 sono dunque tre in più rispetto all’anno precedente. Sul mercato della farmacia, rileva l’analisi, l’impatto dovrebbe essere contenuto, dal momento che la quota di confezioni ancora protette da brevetto si aggira sul 6%. Dei 29 principi attivi in scadenza, il 30% circa (sempre in termini di mercato) riguarda gli inibitori della chinasi proteica, un 20% circa gli antivirali per l’Hiv e gli anticolinergici associati ai beta2-agonisti e un altro 6% il glitazone. In sintesi antineoplastici, antivirali e antibiotici, per un fatturato che complessivamente pesa sul canale ospedaliero per oltre il 60%.

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