«Un sì che racconta la dignità dell'amore»

Il sogno di Christian Prezzi e Cristian Marcon verrà coronato il 17 dicembre a Rovereto. Dopo 14 anni d'amore si sposeranno

di Flavia Pedrini

Quattordici anni di amore e undici di convivenza. La vita di una coppia come tante, divisa fra lavoro, famiglia, amici, bollette da pagare e il frigo che a volte resta vuoto, perché non si fa in tempo a fare la spesa. Nel cuore il desiderio di potersi sposare. Ma quel «sì», sinonimo di diritti e pari dignità dell'amore, sembrava non poter arrivare mai. Fino alla firma, storica, della legge 76, che porta il nome di Monica Cirinnà e dà il via libera alle unioni civili tra persone dello stesso stesso.

«Ci speravamo tanto, ma l'ultimo anno è stato davvero difficile. Un'agonia. Tutti gli altri Paesi europei andavano avanti e noi, invece, indietro», raccontano Christian Prezzi, 41 anni, di Rovereto e Cristian Marcon, 42 anni, originario di Trento. Il primo impiegato, il secondo commesso, compagni di vita da tempo: lavorano a Trento e abitano a Rovereto, dove il prossimo 17 dicembre potranno celebrare la loro unione civile. Prima, per cinque anni, hanno vissuto a Bosentino. «Sono passati dodici anni - ricordano ancora con il sorriso - e al nostro arrivo, per una settimana, non si parlava d'altro. Ma quando ce ne siamo andati, dopo cinque anni, due vecchiette di 85 anni ci hanno detto: "Che brutto, chissà chi verrà adesso, voi eravate così brave persone". A volte basta conoscersi per rompere il pregiudizio». 

Li incontriamo al termine di una giornata di lavoro nel capoluogo, nel giorno in cui anche l'ultimo tassello per rendere operativa la legge sulle unioni civili è andato al suo posto: «Da oggi è davvero operativa, perché mancava il decreto dell'anagrafe per indicare ai comuni come procedere con le registrazioni», osserva Christian Prezzi, ripensando al travagliato iter che ha accompagnato l'approvazione di una legge per i diritti delle coppie gay. «Certo - aggiunge - hanno stralciato la stepchild adoption e, "per dispetto", pure il vincolo di fedeltà, ma finalmente lo Stato riconosce una pari dignità dell'amore e se ne fa carico. E questo ha una forza dirompente». In tanti anni, nonostante il forte desiderio di vedere ufficializzata la loro unione, nessuno dei due ha mai pensato di bussare alle porte di altri Stati, dove i matrimoni gay erano già consentiti. «Siamo italiani e vogliamo esserlo fino in fondo: per questo non abbiamo mai preso in considerazione l'idea di andare a sposarci altrove», dice Christian.

«Questa legge - gli fa eco il compagno - è stata osteggiata anche dai gay, perché non c'è dentro tutto quello che si chiedeva, ma è sicuramente un buon compromesso». Certo, non basterà una legge per eliminare discriminazioni e pregiudizi, che anche loro hanno provato talvolta sulla loro pelle. «Esiste ancora troppa tolleranza verso chi discrimina, anche in modo violento, i gay - osserva Prezzi - ma questa legge rende "frequente" (non voglio usare il termine normale) ciò che prima non lo era».  

La decisione di sposarsi - ci si passi il termine, anche se non si tratta di matrimonio - è stata già condivisa con parenti e amici. Il ristorante è prenotato e le fedi ordinate presso un artigiano orafo. A immortalare la giornata sarà la fotografa Roberta Pisoni, che non nasconde la sua emozione: «Ho avuto l'onore di essere scelta come fotografa per uno dei primi matrimoni in Trentino da una coppia di ragazzi che si sposeranno a breve. Non vedo l'ora. Ed aggiungo: era ora», ha scritto sulla sua pagina Facebook. Scelta anche la meta del viaggio di nozze: Cuba. Ancora da decidere, invece, il nome di chi ufficializzerà la loro unione. «Ci stiamo pensando, ma non chiederemo ad amici - dicono - perché si tratta di un momento talmente importante, che vogliamo sia sancito da un rappresentante delle istituzioni».

Da tempo i due compagni parlavano della possibilità di poter pronunciare quel «sì», ma a rompere gli indugi è stato Christian Prezzi che - una volta approvata la legge - ha portato il compagno al ristorante e gli ha chiesto di sposarlo. «A me - si schermisce lui, che ha preparato la sorpresa nei minimi dettagli - è costato davvero poco e lui se lo meritava».

Il piano per fare «capitolare» Cristian è scattato il 7 giugno scorso. «Lui - racconta - vedendomi sempre armeggiare con il telefono era convinto che gli organizzassi una festa a sorpresa per il compleanno, ma al ritorno dalle vacanze l'ho portato al ristorante di un'amica, l'Orto di Pitagora, con la scusa del frigo vuoto». In sala un pianoforte e le note di una canzone, la preferita di Cristian: «Quando nasce un amore», di Anna Oxa. «Quando quello vicino a noi si è alzato per suonare io non avevo mica capito», sorride il compagno. Poi sono arrivati il mazzo di rose rosse e un biglietto con uno stralcio del testo: «Farò di te la mia estensione, farò di te il tempo della ragione. Farò di più: farò tutte le cose che vuoi fare anche tu». E poi, pronunciate in ginocchio, quelle parole rimaste sospese per anni: «Mi vuoi sposare?».

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