La riforma Apt di Failoni: ecco cosa c'è dietro, dalla Madia all'Europa al nodo dei soldi

di Gigi Zoppello

Fa discutere, fa arrabbiare (i sindaci), fa preoccupare: la riforma delle Apt in Trentino elaborata dall’assessore Roberto Failoni è appena scritta nero su bianco - una bozza è stata inviata alle categorie ieri sera, ma nelle parti decisive è piena di spazi bianchi "da definire" - ma ha già suscitato un vespaio, dato che va a toccare un settore strategico per il Trentino, che - come ricordato dallo stesso assessore - genera il 13% del Pil (il settore industriale arriva al 7%) che sommato all’indotto a seconda dei territorio varia tra il 24 e il 30%.

E come quasi tutti i provvedimenti di questa giunta provinciale targata Fugatti, è arrivata su binari facilmente individuabili. Per prima cosa, si è costruita una “narrazione” suadente: lo slogan è “il turista deve essere al centro” (una ovvietà, ma suona bene), poi introduce lo zuccherino: “per la prima volta tutto il Trentino è considerato territorio turistico”. Una frase che serve a dare il messaggio di una giunta provinciale che “per la prima volta” ha avuto questa brillante idea. Va anche dato atto e merito che l’assessore ha affrontato un tema che in precedenza era stato tenuto “prudentemente” sotto il tappeto ovvero il tema degli aiuti di Stato normato già dal 2016 dalla legge cosiddetta “legge Madia” che limita l’intervento pubblico al 49% sul totale fatturato di qualsiasi soggetto privato qui comprese le Apt.
Se questa è la “narrazione” (complimenti a chi l’ha architettata, Failoni si è scelto uno bravo), c’è stata poi l’esca fuorviante.

Nella strategia militare è una tecnica ben conosciuta, che fu inventata dai generali Selgiuchidi nella guerra contro i Crociati nel 1200 e poi rielaborata nella Seconda Guerra Mondiale: concentrare il fuoco della polemica su un dettaglio di facile presa, dove si è poi disponibili a “concedere” una mediazione con il dialogo, ovvero la fusione delle Apt più piccole in modo da ridurne il numero. In molti ci sono cascati, alimentando falò di polemiche: l’ex assessore Michele Dallapiccola indignandosi per l’Altopiano di Piné costretto a vagabondare in cerca di una sponda; o i sindaci Lagarini che non vogliono fondersi con Trento. Il pinzolero Failoni ha avuto buon gioco nello smentire. Certo, non ha mai detto che Rovereto deve fondersi con Trento. Nè ha mai detto che Piné deve andare con la Val di Fiemme o con la Valsugana.

La “narrazione” sulla riforma delle Apt ha funzionato bene anche nella scelta dei termini. Failoni non ha mai detto che le Apt si devono sciogliere o fondere. Ha detto invece che dovranno “armonizzarsi”. Che è come dire ad un dipendente che non hai intenzione di licenziarlo, ma di “ridefinire gli orizzonti della sua carriera”. Linguaggio da tagliatori di teste, non ci si stupirebbe se alla fine l’autore di questa narrazione venisse dalla Laguna di Venezia. E a proposito di tagliatori di teste: in questo processo di armonizzazione cosa succerà al personale? Quanti “esuberi”, ovvero posti di lavoro in meno?

Tante cortine fumogene, tanti falsi obiettivi. Ma il vero significato di questa riforma sta al livello più profondo, che i fumogeni del campanilismo e della comunicazione hanno strategicamente coperto: cosa sono le Apt, come vengono finanziate, chi le controlla e chi le paga. E qui sta il nodo.

Dunque si prova a ricostruire, per tentativi, in base a quello che Failoni ha detto finora.
Per cominciare, Failoni cavalca un vecchio cavallo di battaglia: “È l’Europa che ce lo impone”. Il che è in parte vero e in parte falso. È vero che la riforma del sistema Apt in Trentino doveva essere fatta, e l’origine risale all’incontro avuto a Roma il 20 agosto 2019. L’entrata in vigore della legge Madia, che recepiva la direttiva europea sugli aiuti di Stato, obbliga alla trasparenza sugli aiuti pubblici in tutti i settori, con l’istituzione del “Registro nazionale degli aiuti di Stato”.

Alla riunione di Roma, il Trentino si presentò con l’ammissione che i circa 20 milioni di euro all’anno che la Provincia Autonoma dava alle Apt venivano decisi e stanziati con una determinazione del Dirigente del Servizio Turismo. Una situazione non più accettabile alla luce delle nuove norme Ue sulla concorrenza e in base alla nuova legge nazionale. Occorreva quindi metterci mano, questo è certo.

Ci sono molti esempi, in giro per l’Europa ma anche vicino a noi, di come altri hanno risolto il problema. Qualcuno è tornato a rendere le Apt interamente pubbliche, come era in Trentino prima del 2004. Dall’1 gennaio 2004, le aziende di promozione turistica furono commissariate (con i presidenti in qualità di commissari, così come previsto dalla legge provinciale 11 giugno 2002, n. 8) e sostituite dalle nuove aziende per il turismo riconosciute dalla Provincia come società private.

In questo modo, l’ente pubblico (Provincia) non sta più finanziando un ente privato (l’Apt), ma un suo ente funzionale. Qualcuno, inoltre, ha interpretato la direttiva europea in maniera completamente opposta all’Italia: invece di dismettere la partecipazione pubblica, l’ha promossa a fondamento del sistema. Resta una discreta creatività e anche un mosaico di soluzioni.

Guardando quindi oltre alle fusioni ed ai turisti “al centro”, quello che interessa agli operatori per davvero è: che architettura avrà il sistema della promozione turistica in Trentino con la nuova legge?
Sempre rimanendo in attesa del testo definitivo, i messaggi lanciati da Failoni nelle prime serate di presentazione introducono tre elementi: il finanziamento delle Apt da parte della Provincia (che sarà al massimo il 49% del bilancio); la ripartizione almeno del 20% dei fondi a favore delle nuove Agenzie Territoriali coordinate da Trentino Marketing con i suoi area manager; la “armonizzazione” degli ambiti.
Ciascuno di questi tre elementi necessiterebbe di un approfondimento. E ciascuno di essi preoccupa non poco le Apt.

Se nel 2016 la Provincia destinava 20 milioni di euro alle Apt, vale la pena ricordare che oggi la Provincia investe direttamente per le Apt circa 5 milioni di euro, perché i restanti 15 vengono dalla tassa di soggiorno.
Ora Failoni ha parlato tranquillamente di “armonizzare” anche la tassa che oggi varia da valle a valle e mediamente è di 1 euro a turista. Portandola a 3 euro fissi per tutto il territorio trentino (dato che “per la prima volta tutto il territorio trentino è turistico”). Una capriola non da poco per la Lega, che tre anni fa fece una dura campagna politica per l’abolizione della tassa, ed oggi che è al governo propone di triplicarla oltre a mettere in difficolta’ alcuni territori che erano stati definiti come centrali in occasione degli “Stati generali della montagna”.
Con la riforma Failoni, un 20 per cento della tassa di soggiorno ovvero dei 15 milioni per un minimo quindi di 3 milioni andrà a favore delle 4 nuove agenzie di territorio gestite direttamente da Trentino Marketing senza però indicazione precisa della loro effettiva funzione.

Ad aggiungersi la possibilità di riorganizzazione degli ambiti delle Apt che spaventa i sindaci, perché la rappresentanza dei comuni che prima era elemento fondamentale per il riconoscimento delle Apt oggi sembra non essere più un requisito fondamentale (nella bozza, si parla di “un rappresentante esperto” nel cda, termine vaghissimo e suscettibile di sponsorizzazione politica).
Armonizzazione? Failoni insiste che “non ci saranno fusioni imposte” e che “ci sarà un dialogo con i territori”. Quale sarà il dialogo, visto che ha già annunciato che intende portare il testo di legge all’approvazione entro fine febbraio, non è chiaro. Se pensa di poter ascoltare i territori, le categorie, gli stakeholder e i sindaci entro 30 giorni, gli vanno fatti i complimenti per l’impegno. Ma forse una riforma così importante ed epocale meritava un qualche momento di discussione in più.
Ricapitolando: nella nuova architettura si creerà un livello in più (fra Apt e Trentino Marketing); le Apt attuali verranno “armonizzate” (con laceranti spaccature di territori cosiddetti minori e passaggio dalle attuali 15 ambiti a 10); il finanziamento delle Apt sarà subordinato alla raccolta di risorse private che dovranno superare gli stanziamenti pubblici creando forti difficoltà di gestione ad alcuni territori oggi meno virtuosi.

I vantaggi? Ci sarà finalmente il “turista al centro”. E la Provincia avrà maggior potere, spendendo di meno.

Perché non “armonizziamo” la personalità di tutte le Apt scegliendone una unica per tutte? In questa maniera si renderebbe molto più semplice la lettura dai bilanci in avanti, si potrebbe pensare a un unico sistema di gestione contabile; alla luce delle difficoltà introdotte dalla legge Madia perché non si valuta di portare all’interno delle nuove agenzie tutta la parte pubblica oggi in capo alle Apt?

Stiamo parlando di quella attività dell’informazione e accoglienza che per ogni Apt a sommi capi vale almeno il 50% dei costi di gestione. Si potrebbe poi lasciare invece spazio a veri e propri consorzi fatti solo da operatori privati che a fronte dei loro investimenti di promo-commercializzazione vengono sostenuti dalla Provincia sino al massimo degli importi raccolti dalla tassa di soggiorno per quel territorio.

Perché non si fa emergere un ruolo importante delle Apt come agenzia per lo sviluppo del territorio che potrebbe essere finanziata al 100% con quanto ricavato dalla tassa per agevolare lo sviluppo di prodotto e aumentare il valore aggiunto della destinazione? Questo è il grande valore aggiunto che il Trentino ha nei confronti di tutti gli altri territori nazionali, che non hanno nessuno che si occupa della gestione e sviluppo del prodotto; cosa che hanno sempre fatto le Apt sino ad oggi ma che sembra secondario rispetto al progetto in essere. E sarebbe un ritorno indietro.


GLI INCONTRI DI PRESENTAZIONE

La Provincia con l'ufficio stampa della Giunta ci comunica che: "Dopo gli incontri dei giorni scorsi e quelli a Trento e a Ledro-Molina proseguono anche nei prossimi giorni gli appuntamenti sul territorio dell’assessore Roberto Failoni, per illustrare il disegno di legge di riforma del turismo che, su proposta della Giunta, sarà discusso in Consiglio provinciale nei prossimi mesi con l’obiettivo di far entrare in vigore la nuova normativa a gennaio del prossimo anno. La visione della riforma mette al centro il turista e i suoi bisogni e, come annunciato, intende intervenire sulla governance del sistema turistico trentino coinvolgendo i territori".

E ancora: "Negli incontri con l’assessore si parlerà di come è cambiato negli anni il modo di fare accoglienza e della necessità di aggiornare l’organizzazione e gli strumenti a disposizione del Trentino, anche guardando a cosa si fa fuori dai nostri confini. Partendo dall’ispirazione, che è alla base della scelta della località e del tipo di vacanza, saranno affrontati temi come la corrispondenza tra quello che il turista si aspettava e quello che ha trovato, la fidelizzazione e quindi la sfida a farlo tornare, la ricerca di nuovi prodotti e nuovi mercati, la consulenza, la formazione e il coaching per accompagnare gli operatori, la sfida del digitale con la possibilità di offrire nuovi servizi e esperienze".


Questo il calendario per i prossimi giorni:

Giovedì 30 gennaio - ore 14.00 Altipiani Cimbri – a Folgaria c/o sala della Cultura (vicino al Comune di Folgaria)

Lunedì 3 febbraio - ore 10.30 Campiglio Pinzolo Val Rendena – a Pinzolo c/o Sala della Cultura

Poi ore 15.00 Campiglio Pinzolo Val Rendena – a Madonna di Campiglio c/o Sala della Cultura (sopra Apt)

Stesso giorno, ore 18.00 Val di Non – a Cles c/o Sala Baronale di Palazzo assessorile in Comune

Martedì 4 febbraio - ore 19.00 Valle dei Mocheni – a Sant’Orsola c/o Museo di Pietraviva

Giovedì 6 febbraio - ore 19.00 Altopiano di Pinè – a Centrale di Bedollo c/o sala “A” Centro Culturale in via Verdi 16/A

Venerdì 7 febbraio - ore 20.00 Valle del Chiese e Giudicarie Centrali – a Bondo c/o sala polifunzionale Comune Sella Giudicarie

 

 

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