Le «sardine» del Trentino sono già a 6 mila adesioni «In piazza il 2 o l'8 dicembre»

di Giorgio Lacchin

Al grido «il Trentino non si lega», con un chiaro riferimento all’antagonista, e «il Trentino non abbocca», ecco a voi le “sardine” di montagna. Se il gusto ci guadagna lo sapremo più avanti.
Intanto ci sono e si moltiplicano alla velocità della luce.

I primi sono stati alcuni studenti dell’Università di Trento come il ligure Lorenzo Lanfranco, la bresciana Lisa Schivalocchi e le venete Alissa Sech e Marta Pelizzaro.

La pagina Facebook delle sardine è un mare d’entusiasmo, cuoricini e faccine sorridenti in cui loro sguazzano felici, si riconoscono, salutano e si passano le notizie. I saluti arrivano da una piazza piena di Palermo, 4mila persone davanti al Teatro Massimo per ribadire la parola d’ordine già risuonata nelle piazze di Bologna e Modena: «Populisti, la festa è finita». Le ultime notizie dicono di un professore della provincia di Piacenza che su Facebook ha “promesso” di punire gli studenti che parteciperanno alla manifestazione contro Salvini, insieme alle sardine, oggi a Fiorenzuola.
Le prime sardine italiane sono state quelle bolognesi che 10 giorni fa hanno riempito Piazza Maggiore. Erano più di diecimila.

Lisa Schivalocchi ha 21 anni e frequenta l’Università a Trento. È bresciana di Idro ed è iscritta a Informatica. Non è mai stata iscritta a un partito, «solo ad associazioni universitarie».

Lisa, quanti siete?
«Abbiamo superato le 6mila adesioni. Ieri (venerdì,ndr) c’è stato il boom, pensavamo di raggiungere le duemilacinquecento invece in serata eravamo a 5mila».

Non vi aspettavate questo successo.
«All’inizio sì, ma è continuato anche dopo allo stesso ritmo o anche meglio ed è stata una sorpresa».

Manifesterete a Trento?
«Non abbiamo fissato la data però la manifestazione potrebbe svolgersi tra il 2 e l’8 dicembre. Aggiornamenti a breve».

Dite di essere diversi dalle sardine emiliane. In che cosa?
«In realtà non siamo così diverse. Condividiamo molti punti ma loro sono scese in piazza a Bologna perché a Bologna si è presentato Salvini per la campagna elettorale in vista delle Regionali 2020. Speriamo che Salvini non venga a Trento, almeno a breve, ma la Lega c’è, in provincia, e quindi il dibattito improntato all’odio si è diffuso anche qui e noi vogliamo combatterlo».

In effetti non sembrate così diverse: il bersaglio è sempre la Lega.
«La Lega e i comportamenti dei leghisti. Il bersaglio sono tutti quelli che agiscono in quel modo. Noi vorremmo un dialogo politico più umano. Più puro».

Sostenete di difendere valori che affondano le radici nella sinistra. Perché, allora, non entrate in uno dei partiti di quell’area invece di fondare un movimento?
«Perché non ci riconosciamo in nessun partito».

Quel che dite è grave per la sinistra.
«Eh sì».

Una critica dura.
«Anche».

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