Grecia: netta vittoria del no, 61,3%. Tsipras esulta. Ue in stato d'allerta

La Grecia dice no, e "rifiuta i ricatti" ma il governo assicura che non emetterà moneta parallela. Ai referendum in Grecia il No trionfa col 61,3%. E i mercati tremano. A sopresa arrivano anche le dimissioni del ministro delle Finanze di Atene Yannis Varoufakis. "Me ne vado - ha scritto in un post sul proprio blog - per aiutare Tsipras nella trattativa".

"Abbiamo dimostrato che la democrazia non può essere ricattata": lo ha detto Alexis Tsipras parlando in tv, in un messaggio alla nazione. "Il No - ha sottolineato - non è una rottura con l'Unione Europea. I greci hanno fatto una scelta coraggiosa, che cambierà il dibattito in Europa".

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"482711","attributes":{"alt":"","class":"media-image"}}]]

Per il primo ministro "la Grecia da domani vuole sedersi di nuovo al tavolo delle trattative: vogliamo continuarle con un programma reale di riforme ma con giustizia sociale" e dobbiamo "riarticolare" la questione del debito, non solo per la Grecia ma anche per l'Europa. Domani - ha proseguito - la Grecia andrà al tavolo negoziale con l'obiettivo di riportare alla normalità il sistema delle banche".  Il commento del ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis è stato : "I greci hanno detto un coraggioso 'No' a cinque anni di ipocrisia e all'austerità. Il 'No' di oggi è un grande sì alla democrazia". "Da domani l'Europa inizia a guarire le sue ferite, le nostre ferite, ha aggiunto Varoufakis, ricordando che "per cinque mesi i creditori hanno rifiutato ogni trattativa" .

LA VITTORIA DEL NO

Un trionfo oltre ogni aspettativa. Supera il 60% (61,3%) il «no» al cruciale referendum indetto dal premier Alexis Tsipras sulle proposte dei creditori di Atene in cambio di ulteriori finanziamenti per il salvataggio del Paese. Una bocciatura senza appello della ex troika, che manda onde sismiche in tutta l'Unione europea e in particolare in direzione di Berlino, dove secondo la cancelliera Angela Merkel «Tsipras sta mandando la Grecia contro un muro».
Un mandato popolare fortissimo al premier, che ora chiede un accordo con i partner internazionali in tempi rapidi, anche «entro le prossime 48 ore». «Siamo pronti ad incontrarli già stasera», ha detto ieri il capo negoziatore greco Euclid Tsakalotos, che esclude l'introduzione di una «valuta parallela» per affrontare il problema liquidità. Il ministro dell'Economia, Yanis Voroufakis, ha rilanciato: «Il nostro obiettivo è la ristrutturazione del debito e la fine dell'austerità». E Alexis Tsipras in serata ha detto in Tv: «La democrazia non può essere ricattata. Vogliamo fare le riforme ma con giustizia sociale e dobbiamo riarticolare la questione del debito». Questa giornata storica della Grecia era iniziata con uno Tsipras «molto ottimista» al seggio elettorale a Kypseli, accolto da una folla enorme di giornalisti e curiosi. «Da domani apriamo la strada per tutti i popoli d'Europa. Oggi la democrazia batte la paura».
A nulla sono valsi gli appelli per il «sì», come quello del leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras, che aveva ripetuto: «Sì alla Grecia, sì all'Europa». E all'esito del voto si è dimesso.
Il fronte del «no» - che aveva il suo cuore nella sede di Syriza a Exarchia, dove c'erano simpatizzanti da mezzo mondo, e dove è stata intonata anche «Bella Ciao» - è esploso in un boato quando le tv greche hanno diffuso subito dopo le 19 i loro sondaggi (non exit poll, perchè non potevano permetterseli, dicono qui) che davano un messaggio univoco: la proposta dei creditori era stata bocciata dai greci. Ma da diverse ore le voci davano un «no» in forte vantaggio. Poi le prime proiezioni della Singular Logic: il «no» era oltre il 61%.
E il governo Tsipras, forte della vittoria, si è fatto subito sentire. «I negoziati devono ripartire stasera - ha detto il portavoce Gabriel Sakellaridis - con questo risultato il primo ministro ha ricevuto un chiaro mandato dal popolo greco, e cioè difendere la sua proposta e le sue posizioni». «Il governo greco ora andrà al nuovo negoziato con due nuovi elementi: il rapporto dell'Fmi sull'insostenibilità del debito greco e un nuovo mandato popolare, come mostra il risultato del referendum», gli ha fatto eco Tsakalotos.
Per Atene c'è una emergenza che le supera tutte: quella delle banche, che rischiano di rimanere a secco di contanti già domani. Per questo la Banca di Grecia è pronta a presentare una richiesta di aumento di liquidità di emergenza attraverso il programma Ela alla Bce.
Ieri sera ad Atene si sono riuniti i funzionari del ministero delle Finanze e della Banca di Grecia. La richiesta verrebbe esaminata questa mattina dal board della Bce.
L'Unione Europea, intanto, esamina le conseguenze del «no»: oggi a Parigi c'è un summit quasi d'emergenza sulla Grecia tra Francois Hollande e Merkel, mentre l'Italia di Matteo Renzi, assieme alla Francia, spinge per riaprire il tavolo delle trattative. E il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha dichiarato: «I cittadini greci hanno preso una decisione che apre scenari inediti che richiederanno a tutti, sin d'ora, senso di responsabilità, lungimiranza e visione strategica». Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha scritto in un tweet: «L'Italia lavora da sempre per un'Europa solidale e più integrata. Era vero ieri e lo sarà ancora domani. Regole condivise dai popoli europei servono a garantire stesso obiettivo: il benessere attraverso crescita economica e occupazione». Tsipras ha vinto una drammatica battaglia, ma la «guerra» per far uscire Atene dal tunnel - ed evitare una Grexit - è ancora tutta da combattere. Tanto che in serata Jp Morgan ha fatto sapere che dal suo punto di vista l'uscita della Grecia dall'euro è adesso lo scenario base.

comments powered by Disqus