La nuova giunta comunale e il manuale Cencelli

Ancora sui criteri di formazione della giunta Ianeselli: fra meritocrazie e spartizione, il Direttore risponde

La nuova giunta comunale e il manuale Cencelli

Egregio Direttore, il Suo editoriale di domenica scorsa riprende il famoso Manuale Cencelli (Massimo Cencelli, nato a Roma nel 1936 e vivente) che fu introdotto nel Congresso Dc a Milano nel 1967 e che ha avuto un prosieguo che neanche l’ideatore si sarebbe immaginato, perché riteneva dovesse valere per quel congresso e per il problema contingente creatosi tra maggioranza e sinistra. Spesso gli viene attribuito un senso ironico e/o dispregiativo in quanto le nomine, in base a tale manuale, vengono attuate seguendo altre logiche e spesso senza tener presente merito e competenze: è un manuale cioè della lottizzazione. È chiaro che le preferenze date dagli elettori devono avere il loro peso, però gli incarichi assegnati agli eletti devono tenere presente le loro competenze specifiche. Se viene messo a capo di una qualsivoglia struttura un leader tutto funziona e tutti sono stimolati, diversamente no: un capo ha potere, un leader ascendente, un capo dice io, un leader noi. Nell’ultimo Festival dell’economia in un dibattito al quale partecipava il professor Tito Boeri è emerso che nelle scelte nel privato prevalgono le competenze, mentre nel pubblico purtroppo spesso vincono altre logiche tra cui il manuale Cencelli e non la meritocrazia.
È stato inoltre detto che spesso il pubblico guarda con una certa “invidia” il privato. Ritengo sia un segnale positivo per chi ama il lavoro nel pubblico e lo vorrebbe vedere più qualificato e stimolante. E per concludere ritengo che non si debba demonizzare eccessivamente il manuale Cencelli, ma spero che il nuovo Sindaco Franco Ianeselli, al quale formulo i migliori auguri di buon lavoro, abbia fatto, per il bene della nostra amata Trento, scelte in base alle specifiche competenze degli eletti perché solo cosi riuscirà a dare credibilità e prestigio alla nostra amministrazione comunale.


Claudio Eccher


 

Fra tecnocrazia e mediaizone politica

Evocare il manuale Cencelli, con pregi e difetti che sono ancora molto attuali, come lei stesso nota caro professore, significa proprio spingere un leader (in questo caso il sindaco di Trento) ad agire mettendo al primo posto il criterio delle competenze, non ignorando certo equilibri e pesi dei singoli eletti. Va detto altresì che il nuovo sindaco, fin dalla campagna elettorale, ha usato termini (come efficienza e velocità) tipici del privato. Le confesso infine che io non ho mai amato la tecnocrazia, avendo spesso visto i limiti politici di molti tecnici. Spero invece nella buona politica: quella che sa guardare lontano e che chiede ai tecnici le soluzioni per andarci, lontano. Ma tutto questo lo potremo dire solo fra qualche tempo, quando la giunta Ianeselli - che un po’ di “cencellite” l’ha dovuta ovviamente introdurre, come ogni presidente o sindaco ha dovuto fare prima di lui - avrà iniziato a lavorare. Mi lasci infine dire che ho visto eccellenze sia nel pubblico che nel privato e debolezze sia nel pubblico che nel privato.

lettere@ladige.it

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