Noi studenti del Don Milani siamo contro ogni violenza

La lettera al direttore

Noi studenti del Don Milani
siamo contro ogni violenza

Gentile direttore, siamo gli alunni dell’Istituto Don Milani di Rovereto. Purtroppo la nostra scuola è stata più volte citata in questi ultimi giorni a causa di un episodio violento, accaduto il 29 ottobre nella tarda mattinata, durante le ore di assemblea di classe per la nomina dei rappresentanti. Ci sentiamo mortificati e assai amareggiati dell’accaduto perché noi non ci riconosciamo assolutamente nell’azione violenta e omofoba di studenti che non conoscono il significato di parole come rispetto, tolleranza, libertà di pensiero.

Noi non ci riconosciamo in individui che hanno fatto della violenza, verbale e fisica, uno stile di vita come se vivessero in una giungla. Noi siamo amareggiati perché questi episodi vanificano il nostro impegno quotidiano per costruirci una professionalità sia in ambito turistico sia sociale.

Nel nostro Istituto l’integrazione e la solidarietà tra gli studenti sono un punto di forza e ogni giorno viviamo una realtà ben diversa dalla violenza e dal bullismo, infatti possiamo vantare di essere una delle scuole sul territorio con maggior multietnicità e questo ci permette di arricchirci non solo culturalmente ma soprattutto di crescere come persone.

Per questo per noi è motivo di soddisfazione personale il portare a termine un percorso scolastico che ci offre molteplici opportunità in campo lavorativo. Troviamo quindi ingiusto che il nostro impegno venga sminuito da episodi deplorevoli dai quali noi ci dissociamo.

Gli studenti delle classi
1i, 2i, 2m, 3i,3b,4b,4d,5b
dell’Istituto don Milani di Rovereto


 

Nessun episodio può vanificare il vostro impegno

Vi capisco. E conosco bene la regola, perché anch’io, quasi ogni giorno, vengo giudicato per un titolo o per un articolo e non per l’intero giornale nel quale quel titolo o quell’articolo trovano spazio. Mi ritrovo spesso a ripetere una frase, perfetta per ciò che vi è successo e per la società di oggi: un albero che cade fa molto più rumore rispetto a una foresta che cresce.

Voi siete e sarete sempre la foresta. E senza foresta il mondo non solo non cambia, ma muore. È inevitabile che l’albero che cade faccia notizia, soprattutto in questo tempo che prevede che tutto accada in diretta social (con foto, video, commenti e quant’altro), e vi confesso che mi sono stupito... dello stupore di alcuni. Trovo invece molto bella e garbata la vostra lettera: parole che invitano ognuno di noi a non fermarsi sul punto grigio ma ad alzare gli occhi verso il grande azzurro che contiene quel puntolino.

Nessun episodio può vanificare il vostro impegno e il vostro percorso, un percorso che ciò che scrivete oggi - condannando violenza e omofobia - rende ancora più nobile. Per paradosso, è importante che questa lettera giunga a chi, nella vostra scuola, non solo ha dato vita a quell’episodio increscioso, ma ha fatto passare in un certo senso tutti voi, insieme a lui, dalla parte del torto. Voi siete invece nel posto giusto e noi - che dobbiamo sempre cercare di raccontare tutto ciò che vediamo, incluso ciò che ci fa orrore -  abbiamo solo voglia di concentrarci sulla vostra foresta che cresce.

a.faustini@ladige.it

comments powered by Disqus