A scuola si andrà anche il sabato Servono 3 metri per alunno Niente mense e pasto in classe

di Patrizia Todesco

A scuola anche il sabato, lezioni solamente al mattino e almeno 3 metri quadri per persona presente in aula.
Sono queste le prime indicazioni che il Dipartimento istruzione e cultura ha inviato alle scuole invitandole, nel frattempo, a muoversi con le amministrazioni comunali per cercare nuovi spazi dove creare aule in vista della ripartenza di settembre.

Solo a Trento, ad esempio, ne serviranno 90 in più, ma sono molte altre le realtà che dovranno fare i conti con classi troppo piccole rispetto al numero di alunni iscritti. «Saranno da valutare anche le possibilità di impiego delle strutture scolastiche dismesse negli anni passati ed ancora in condizione di efficienza», si legge. La questione degli spazi è fondamentale per il rispetto del distanziamento sociale. Le nuove regole prevedono che, per ogni persona in classe, dovranno essere garantiti 3 metri quadrati.

Inoltre il tempo scuola sarà articolato su sei giorni settimanali. Le ore saranno 24 (4 al giorno) da destinare all’attività didattica, con una flessibilità ad arrivare fino a 26 (4 ore e 20 minuti). Per le attività in presenza andrà prestata particolare attenzione alle classi prime e seconde, ma anche gli studenti certificati (104 e Bes). In questo periodo, infatti, molti genitori di ragazzi con disabilità o con problemi di apprendimento hanno sottolineato in più sedi le difficoltà incontrate nel far seguire ai loro figli le lezioni a distanza. Un capitolo a parte è quello delle mense.
Anzi ex mense. Là dove prevista la consumazione del pasto, infatti, dovrà avvenire in aula con la vigilanza del personale docente o di personale educativo. Fino a qui la direttiva sembra prevedere scuola in presenza per tutti. Ma non è così. Viene lasciata aperta una porta nei casi in cui le scuole non riuscissero a reperire altre aule. «Laddove l’attività didattica in presenza non possa essere assicurata a tutti gli alunni per la carenza di spazi, si dovrà elaborare una programmazione didattica alternativa».

Per quanto riguarda le scuole medie, vale anche qui la raccomandazione di reperire ulteriori spazi in accordo con le amministrazioni comunali.
Le regole sono analoghe a quelle elencate per le elementari, con qualche sorpresa per i più grandicelli. Anche qui il tempo scuola sarà articolato su 6 giorni e le ore settimanali saranno 30 (6 al giorno). Per le classi prime e seconde l’indicazione è di privilegiare la didattica in presenza, «nelle classi terze l’impianto didattico potrà avvalersi in misura maggiore di una didattica a distanza, con un gruppo classe impegnato nel medesimo tempo, in parte in aula e in parte da remoto, nella medesima unità didattica».
Il tutto tenendo conto degli studenti in condizioni di fragilità personale o familiare per i quali sarebbe meglio frequentare le lezioni in classe.
Anche alle medie vale la regola della consumazione del pasto in classe.

Queste inviate alle scuole dal Dipartimento sono le prime linee generali, che, come abbiamo visto nelle scorse settimane, potranno subire dei cambiamenti in base all’andamento del virus, ma anche alle decisioni che da qui a settembre saranno prese a livello nazionale.

«Le indicazioni devono intendersi formulate per agevolare il compito di programmazione che le istituzioni sono chiamate a svolgere in questo tempo e fermo restando che le linee guida saranno emanate dalla Giunta provinciale, all’esito del confronto che sarà svolto con il Governo nazionale, anche all’esito delle disposizioni adottate dal Miur, al fine di garantire il necessario raccordo con le disposizioni vincolanti di rango nazionale per la tutela della salute pubblica», conclude la lettera il dirigente Roberto Ceccato.

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