Ecco il via libera da lunedì 18 maggio: entro venerdì le norme di sicurezza per riaprire bar, ristoranti e parrucchiere

Le Regioni ottengono il via libera formale dal governo: il 18 maggio potranno aprire negozi, bar e ristoranti. Ci saranno linee guida e regole generali uguali per tutti e differenziazioni territoriali a seconda dell’andamento della curva del contagio: in caso di risalita, il governo potrà intervenire per disporre nuove chiusure.

L’accordo arriva al termine della videoconferenza tra i governatori e l’esecutivo, con al tavolo anche il premier Giuseppe Conte oltre ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia.

Lunedì prossimo, dunque, sarà possibile tornare al bar per prendere un caffè, tagliarsi i capelli, andare a cena fuori. Ma con regole ben definite. Il Comitato tecnico scientifico sta infatti chiudendo in queste ore le linee guida che varranno per la ristorazione, per i servizi alle persone e anche per la balneazione, vale a dire le regole generali per poter aprire in sicurezza le spiagge in concessione e quelle libere.

Nella videoconferenza di ieri sera il governo ha sottolineato che saranno pronte tra giovedì e venerdì, anche se alcuni presidenti di Regione, tra cui quello del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, hanno chiesto che arrivassero entro mercoledì. Probabile che saranno diffuse giovedì, in concomitanza con l’uscita dei primi dati ufficiali sul monitoraggio di questi primi 10 giorni di allentamento delle misure.

In ogni caso si tratta di distinguo che non cambiano la sostanza dell’intesa: le Regioni presenteranno un programma delle riaperture a partire dal 18 e potranno agire in autonomia ma il governo avrà sempre la possibilità di intervenire nel caso in cui, in base all’andamento dei dati sulla curva del contagio e dei criteri definiti dalla circolare del ministero della Salute, fosse necessario bloccare una nuova diffusione del virus. Nel caso dovessero esserci nuovi focolai, in sostanza, si attiveranno immediatamente le zone rosse dove varranno le regole già sperimentate durante il lockdown. Rimane in vigore il divieto di spostarsi da una Regione all'altra.

Interventi che, spiegano fonti di governo, saranno tempestivi e attuati in stretto contatto tra l’esecutivo e le Regioni. «Inizia la fase della responsabilità per le Regioni» ha ribadito ai governatori il ministro per le Autonomie Francesco Boccia che già da giorni aveva aperto alla possibilità di procedere ad aperture differenziate a seconda della condizione in cui si trovano i diversi territori e aveva puntato sulla “responsabilizzazione” delle Regioni. «Se i contagi andranno giù, potranno riaprire anche altre cose, se i contagi saliranno su, dovranno restringere» ha poi ribadito.

Cantano vittoria i presidenti, sopratutto quelli di centrodestra che da una settimana erano in pressing sul governo per aprire già oggi sapendo che non l’avrebbero mai ottenuto e con l’unico scopo di avere il via libera per il 18. «Le istanze delle Regioni sembrano vengano accolte. È una sorta di anticipazione dell’autonomia, se tutto sarà confermato considero proficuo per i veneti l’esito dell’incontro» dice il governatore Luca Zaia che poi annuncia già il suo programma per la regione: «ripartenza totale».

Soddisfatto anche il presidente della Liguria Giovanni Toti. «Il Premier Conte ha accolto la richiesta di autonomia delle Regioni. Si potranno quindi aprire le attività sotto la nostra responsabilità, il Governo farà le sue proposte che verranno integrate da quelle degli enti locali e insieme porteremo avanti il monitoraggio della situazione».

E la responsabilità è il punto centrale della fase che inizierà il 18 maggio. Perché spetterà ad ogni singolo territorio far si ché vengano rispettare le linee guida individuate per bar, ristoranti, negozi, spiagge. Dai tavoli distanziati di almeno 2 metri all’uso obbligatorio di mascherine e guanti per camerieri, dalla sanificazione quotidiana degli ambienti comuni, compresi quelli sulle spiagge, alla riduzione dei posti sotto gli ombrelloni. Senza il rispetto delle regole, dicono gli scienziati, il contagio risalirà. E a quel punto non c’è che un secondo lockdown.

IL COMMENTO DI FUGATTI. Prudente il commento della Provincia Autonoma di Trento: «La data del 18 maggio appare più concreta per un lockdown più marcato, ma le Regioni e Province autonome chiedono al Governo più chiarezza e garanzie: sul fronte delle aperture come pure dei meccanismi con cui gli enti regionali gestiscono una pluralità di servizi che, nel nostro caso, sfiorano il 100 per cento delle competenze.

Ed è una forte richiesta di porre la massima attenzione a quest’ultimo aspetto quella che il presidente Fugatti, ha rivolto al premier Giuseppe Conte, collegato in videoconferenza assieme ai ministri Boccia e Speranza.

«Accogliamo positivamente - ha commentato Fugatti - l’approccio del governo che sul tema delle riaperture intende coinvolgere pienamente le Regioni e le Province autonome consentendo loro di pianificare le decisioni in base ai risultati del lavoro fatto sia in termini di contenimento del contagio sia nell’approntamento delle necessarie misure di sicurezza a tutti i livelli. Ora attendiamo assieme ai colleghi presidenti la definizione di nuove linee guida per quanto riguarda le attività ancora bloccate».

Fugatti però si è concentrato soprattutto sul tema delle risorse. «A fronte di un conclamato crollo del Pil che scenderà di 8-10 punti, facciamo fatica a pensare che lo Stato non riesca a trovare quello 0,2 per cento che servirebbe per consentirci di continuare a garantire ai nostri cittadini quei servizi essenziali che ci siamo sempre pagati.
Nessuna volontà di scontro, ha rimarcato il governatore trentino, ma la forte richiesta di una specifica attenzione assumendo, come ha detto il presidente Bonaccini, approcci diversificati tra ordinarie e speciali, non perché siamo privilegiati, ma perché abbiamo meccanismi finanziari e organizzativi oggettivamente diversi».

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