Vittorio Sgarbi vuole Panizza nella sua squadra per il Mart

di Nicola Marchesoni

Un uragano di idee. Come sempre. Un filo diretto continuo con la giunta provinciale. Che l’ha fortemente voluto. E una certezza: per il rilancio del Mart i prossimi mesi saranno fondamentali. Vietato sbagliare.

Vittorio Sgarbi è determinato a vincere a tutti i costi la sua ultima sfida: riportare in auge il museo che è stato chiamato a presiedere da Maurizio Fugatti.
 
Professore, sul tavolo ci sono delle partite irrisolte, come il futuro del Palazzo delle Albere. Novità a tal proposito?

Lasciatemi fare prima una premessa. L’arrivo di Alfio Ghezzi alla guida della Caffetteria del Mart è una grande notizia. Per noi sarà un valore aggiunto, ne sono certo. La qualità porta con sé qualità.

Non ha però risposto alla precedente domanda.

Il Palazzo delle Albere, sin dall’atto fondativo, è la sede del Mart di Trento e, anche per legge, deve essere destinato a ospitare opere d’arte. Sono stato contento che nell’incontro pubblico organizzato dall’assessore Mirko Bisesti la città si sia schierata dalla nostra parte e non da quella di chi vuole realizzare il planetario. Un’oscenità.

Con il presidente del Muse Stefano Zecchi siete proprio incompatibili?

Guardi, continua a ripetere che vuole realizzare al Palazzo delle Albere un museo permanente del pensiero filosofico, solo lui sa di che tipo. Se lo scordi. Sono però pronto, l’ho già fatto presente al governatore, a concedere a Zecchi un paio di spazi all’interno del nostro edificio da destinare alla filosofia e alla scienza. Veda lui come riempirli.

Con Maurizio Fugatti ha parlato anche di Franco Panizza? Gira voce che potrebbe diventare presto un suo collaboratore, conferma?

Lo conosco da anni, lo stimo e ci ho lavorato insieme spesso. Lo vedrei bene come capo della mia segreteria. Sarebbe un importante punto di riferimento sia per il Vittorio Sgarbi nomade sia per quello “trentino”. Un “super-segretario” che sia in grado di muoversi in sinergia con il sottoscritto e con il direttore Maraniello. Maurizio Fugatti sta valutando il da farsi.

Cosa deciderà il governatore?

Mi pare di capire che il suo timore è che questa scelta venga letta in chiave politica. Quella politica, parlo del suo legame con il Patt, che per l’ex assessore alla Cultura Franco Panizza in questo momento è un handicap. Essendo il diretto interessato un funzionario provinciale, basterebbe un semplice trasferimento in comando. Non ci sarebbero costi.

Come valuta questi primi mesi della sua presidenza del Mart?

Positivi. Ho trovato le condizioni giuste per lavorare al meglio. Come avrete modo di capire a metà settembre, quando a Roma presenteremo alla stampa internazionale il nostro programma, abbiamo posto le basi per un autunno e una primavera ricchi di appuntamenti interessanti.

Ce ne può anticipare qualcuno?

Tra ottobre e novembre al Mart proporremo ogni settimana qualcosa di nuovo. Ed esporremo anche la straordinaria opera di Bernardo Strozzi (Madonna con Bambino e santi) che ho trovato nella chiesa di Tiarno di Sopra. Un gioiello che stiamo sistemando. È indispensabile puntare sia sull’arte contemporanea che su quella antica. Non c’è frattura, ma spesso continuità. Sapete perché?

Dica.

Caravaggio, uno dei nomi forti della programmazione del prossimo anno, ha molti agganci con l’arte di oggi. Per il Palazzo delle Albere ho in mente, invece, una mostra su Klimt e i suoi rapporti con il mondo artistico italiano.

Uno dei suoi obiettivi è quello di “vendere” meglio il marchio Mart fuori dal Trentino. E vorrebbe una sua succursale a Verona. Come location, la cupola della ghiacciaia agli ex Magazzini generali.

Il 10 settembre tornerò a vedermi, insieme all’architetto Mario Botta, con il sindaco di Verona Federico Sboarina. Un Mart nella città scaligera porterebbe solo benefici sia al nostro museo sia al Trentino. Non facciamo l’errore della Normale di Pisa.

Quale?

Era tutto pronto per costituire una della prestigiosa Scuola a Napoli. Il progetto è stato fatto saltare da gente che non capisce nulla, senza visione di sviluppo. Oscar Farinetti ha portato la sua Eataly nel mondo. Questo nome è diventato globale, basta girare per rendersene conto. Il Mart ha le potenzialità giuste per essere un marchio molto più conosciuto. Non riesco proprio a capire chi critica l’operazione Verona.

Come sono i suoi rapporti con Mirko Bisesti?

Ottimi. Convocando un incontro pubblico sul futuro del Palazzo delle Albere ha dimostrato coraggio. Era più facile non farlo, lui ha rischiato.

E quelli con il suo direttore?

Gianfranco Maraniello è uno “sgarbiano” di ferro. Convinto. Non abbiamo finora mai avuto problemi di alcun tipo, anzi. I progetti per il futuro del museo sono condivisi.

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