Una rete per lo spaccio di droga nel nordest Blitz della polizia di Trento: 15 arresti

Quattordici centrafricani richiedenti asilo e un italiano sono stati arrestati dalla Polizia di Trento per traffico di stupefacenti. L’operazione ha portato alla luce un vasto traffico di droga tra Trento, Verona, Vicenza e Ferrara, gestito da un’organizzazione i cui appartenenti erano giunti in Italia come richiedenti asilo. Gli spacciatori, per evitare i controlli della polizia, comunicavano tramite Whatsapp ed avevano costituito una «rete» di cui facevano parte anche italiani tossicodipendenti e donne incinte con al seguito i figli.

IL BLITZ ALLA RESIDENZA BRENNERO

Le indagini avevano già portato all’arresto di altri 16 nigeriani e all’esecuzione di diverse perquisizioni e divieti di dimora nelle province di Trento, Verona e Ferrara.

L’organizzazione criminale si era assicurata quasi completamente il controllo dello smercio delle sostanze stupefacenti nelle zone più importanti. E inoltre, utilizzava quali spacciatori anche gli stessi tossicodipendenti, che, grazie alle loro conoscenze, potevano consegnare la merce agli «amici» in luoghi diversi da quelli soggetti al controllo della polizia.

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Nel corso del blitz sono stati sequestrati circa sette chili di marijuana, 600 grammi di eroina, diverse decine di grammi tra cocaina ed hashish e circa un litro di metadone, nonchè diverse migliaia di euro.

Ecco i numeri dell’operazione:

  • 58 persone coinvolte
  • 4 italiani
  • 54 richiedenti asilo
  • 11 perquisizioni
  • 43 provvedimenti cautelari di cui 19 ordinanze custodia (5 latitanti, 14 eseguite) e 24 divieti dimora
  • 13 nigeriani e 1 italiano arrestati
  • 3 a Ferrara
  • 3 a Verona
  • 2 a Vicenza
  • 5 in Trentino (1 Brennero, 1 Ala, 3 Dorsino)

L’operazione «Bombizona» è scattata all’alba di martedì in alcune strutture di accoglienza del Trentino, come la residenza Brennero, un appartamento ad Ala ed un b&b a San Lorenzo in Dorsino, dove soggiornavano alcuni degli arrestati.

La Squadra mobile del capoluogo, coordinata dal vicequestore Salvatore Ascione, ha collaborato anche con il Cinformi, struttura della Provincia di Trento che si occupa dell’accoglienza e dell’integrazione dei richiedenti asilo, per individuare le persone da controllare. L’operazione, è stato spiegato questa mattina nel corso di una conferenza stampa in procura a Trento, ha portato anche all’applicazione del divieto dell’obbligo di dimora nelle province di Trento, Verona e Vicenza nei confronti di altri 8 nigeriani richiedenti protezione sussidiaria. Al termine del procedimento, per alcuni dei soggetti fermati, potrebbe scattare anche il provvedimento di espulsione dal territorio nazionale.

Nel corso delle indagini - sviluppatesi da operazioni di polizia precedenti, in particolare quella denominata ‘Mandinka 2’ - erano già stati arrestati 16 nigeriani e denunciati altri 8, in parte poi destinatari delle misure cautelari, per un totale, di 58 tra arresti in flagranza di reato, custodie cautelari in carcere, perquisizioni e divieti di dimora nella provincia di Trento, Verona e Ferrara. Proprio a seguito a quell’indagine, infatti, la Squadra mobile di Trento scoprì come dietro alle richieste d’asilo si nascondessero alcune persone che avevano quale obiettivo quello di costituire delle organizzazioni criminali volte a favorire traffici illeciti.

La droga veniva venduta sulle piazze di Trento, da piazza Dante a piazza Venezia, fino al parco del quartiere Albere, ma anche nei pressi di istituti scolastici e a utenti del Serd. Lo spaccio avveniva grazie anche al ‘pendolarismò di alcuni degli arrestati, che arrivavano in treno a Trento al mattino per vendere stupefacenti nei parchi e poi ripartivano a fine giornata verso Verona o Vicenza.

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